Dio Pluto, al Teatro Carcano

Al Teatro Carcano di Milano, Jurij Ferrini è autore, interprete e regista di DIO PLUTO da Aristofane. In scena da mercoledì 14 a domenica 25 marzo. Con Francesco Gargiulo, Federico Palumeri, Andrea Peròn, Rebecca Rossetti.
L’ateniese Cremilo, accompagnato dal tuttofare Carione, si reca a Delfi per chiedere al celebre oracolo se convenga educare il figlio all’onestà, che, è noto, non rende ricchi, oppure indirizzarlo verso la disonestà, con maggiori probabilità di un avvenire agiato. Per tutta risposta, l’oracolo lo esorta a seguire la prima persona che incontrerà all’uscita dal tempio. Caso vuole si tratti di uno straccione cieco, che ben presto si rivelerà essere nientemeno che Pluto, dio della ricchezza. Convinto che la menomazione del dio sia la ragione della disomogenea distribuzione del denaro tra gli uomini, Cremilo e Carione si attivano per guarirlo, sconsigliati inutilmente dalla Povertà in persona. Un improbabile medico-santone compirà il miracolo, con conseguenze inimmaginabili per l’umanità intera…
In DIO PLUTO, riscrittura ad opera di Jurij Ferrini di Pluto di Aristofane, viene messo sotto la lente d’ingrandimento il comportamento degli uomini che 2.400 anni fa, proprio come oggi, idolatrano il denaro, la ricchezza e sono pronti a qualsiasi scelleratezza per ottenere facili guadagni.
Nella sua feroce e divertentissima satira, Aristofane punzecchia senza alcun riguardo uomini, teatranti e divinità della sua epoca. Nella stesura del copione Ferrini si è per lo più limitato a trovare delle giocose equivalenze con la nostra società, così profondamente cambiata in oltre due millenni di storia. Eppure, mentre le scoperte tecnologiche dell’umanità modificano sostanzialmente e sempre più rapidamente il mondo, l’evoluzione emotiva procede a rilento e segue le vie dell’evoluzione naturale. Temiamo o desideriamo più o meno sempre delle stesse cose da migliaia di anni. Per questo i classici antichi possono dirci ancora molto ed offrire enormi spunti di riflessione e porci domande eterne alle quali non siamo ancora in grado di rispondere.
Ferrini ha dato vita a una commedia graffiante, grottesca e irriverente, in puro stile “aristofaneo”, sul potere del denaro, scritta per divertire e schiaffeggiare ogni perbenismo e prendersi gioco di ogni potere costituito, divino o terreno.
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