Linus Sindaco di Milano?

C’erano una volta i mestieri.
L’idraulico andava da ragazzino a bottega e cresciuto cominciava la sua professione. Lo stesso facevano gli elettricisti, i sarti, gli idraulici, i macellai. Altri invece studiavano, per cui i ragionieri prima di fare i commercialisti, o gli amministratori di condominio facevano il loro bel ciclo di studi e poi cominciavano a provarci. E chi tirava su le case? I geometri, che appunto avevano studiato come fare in modo che le case non cadessero giù.
Ma appunto, c’erano una volta i mestieri.
Oggi siamo nel melting pot globale, dove le culture si mescolano, le ideologie di mitigano, ed i mestieri scompaiono. Oggi, pare, il mestiere che conta è solo uno: essere conosciuti.
Se sei conosciuto, negli ambienti giusti, puoi ottenere quel posto a cui ambisci tanto, ben pagato, e non importa il tuo curriculum. Certe amicizie parlano per te. Ma soprattutto, se sei conosciuto dalla folla, dalla grande massa, allora tu puoi tutto. Ma proprio tutto. Sei un cantante? Disegna abbigliamento sportivo Sei un attore? Disegna abbigliamento intimo Fai il giornalista? Ti riserviamo una parte in un film Fai il DJ? Perchè non fai il sindaco di Milano?
Questa società, la nostra società, ci dimostra coi fatti come la meritocrazia (va avanti chi sa fare, e fai quello che sai) sia in realtà una bufala colossale.
E’ di queste ore la notizia che il partito democratico, quello retto da quel quarantenne bruttarello con la fissa per il chiodo e gli atteggiamenti da bullo di Scandicci, ha proposto a Pasquale di Molfetta, meglio noto come Linus, forse il primo DJ Italiano di concorrere per la poltrona di sindaco di Milano.
Da malato di radio, e aficionado di Radio DeeJay, posso dire che il signor Di Molfetta sarebbe forse molto meglio di tanti altri candidati. Ma ho molto apprezzato che una persona che di pubblicità non ha bisogno, per una volta, abbia proprio compreso che non c’era bisogno di macchiare una carriera di lungo respiro con una boiata come correre per fare il sindaco.
Immagino lo sconcerto che questo abbia creato in tutto il PD: ma come? Uno che rifiuta una poltrona? Ma che è successo? Dove crede di vivere questo, in Germania? In Svezia? In Burundi? Siamo in Italia, baby! Le poltrone non le rifiuta nessuno.
E chi se ne frega se non sai un cazzo di politica. Noi vogliamo l’uomo copertina, mica un amministratore, che poi capisce che quelli che non sanno fare niente, a dire il vero, siamo proprio noi…
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