“A come Atleti”, una mostra a Crema

La mostra fotografica “A come Atleti” è stata inaugurata ieri 4 novembre a Crema e vi resterà fino al giorno 13 novembre. L’esposizione è curata da Roberto Mutti, giornalista, storico e critico dell’arte fotografica ed espone le foto di alcuni associati al Fotoclub Ombriano-Crema scattate in occasione di alcune importanti competizioni sportive che si sono svolte negli ultimi anni e che hanno visto come protagonisti atleti disabili in grado di ottenere performance e risultati rilevanti sia in ambito nazionale sia nel panorama internazionale. La mostra è presso le Sale Agello al Centro Culturale Sant’agostino di Piazzetta Winifred Terni De’ Gregorj a Crema.
Chi punta il suo obiettivo sul mondo dello sport sa benissimo di dover incontrare molte difficoltà tecniche legate alla necessità di cogliere il momento giusto e di farlo coniugando rapidità di esecuzione e gusto compositivo, ma proprio per questo la sfida diventa ancor più affascinante. Lo sanno bene Renato Barbàra, Marco Castagna, Gianluca Degli Innocenti, Marco Mariani, Pietro Mognetti e Fabiano Venturelli, componenti del Fotoclub Ombriano-Crema che hanno deciso di misurarsi con un tema intrigante e delicato come quello dello sport praticato dalle persone disabili. Passando con la stessa appassionata curiosità dal basket in carrozzina al tennis, dall’handbike al nuoto, dal calcio all’atletica, i fotografi hanno realizzato un racconto corale di grande impatto: evitando con abilità il rischio di ogni retorica del pietismo, si sono rapportati con le molte discipline sportive cambiando registro per adeguarsi di volta in volta alle loro diverse caratteristiche pur mantenendo un comune filo conduttore. Davvero degno di nota il fatto che abbiano deciso di firmare collettivamente questo lavoro sottolineando così la piena condivisione, progettuale prima ancora che estetica, della ricerca e facendo in modo che i personali approcci al soggetto (che pure ai più attenti osservatori saranno visibili) vadano ad arricchire il risultato finale. Ne risulta un panorama avvincente capace di guidarci alla scoperta dell’intensità con la quale lo sport viene vissuto come occasione di affermazione e rivalsa ma anche come proposta niente affatto minore rispetto a quella praticata dai normodotati.
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