Abbaiando sotto la pioggia

Che poi ogni tanto un po’ di pioggia ci vuole, così ho sentito dire al telegiornale, pare che pulisca l’aria e tutti in questo modo possono vivere meglio, usare le automobili, mettere le caldaie a 24 gradi e non rischiare di morire; oltre a tutto questo l’agricoltura ne ha beneficio così come i corsi d’acqua e i laghi. Sembra che io sia un cane che ne sa tantissime, quasi laureato all’università di baulandia, ma invece sono solo furbetto, mentre faccio finta di nulla con gli occhi socchiusi, ascolto quello che succede intorno a me, sia la televisione che le chiacchiere di papà con i suoi amici; a volte papi parla anche da solo, ma non ho capito bene perché lo fa, quello che ho capito è che nomina una serie di animali in sequenza ed altre parole a me sconosciute ma mi sembra che non sia una cosa molto positiva. Quando piove poi tutto diventa più difficile, papi parla da solo con il cielo e mentre si prepara con secchio e straccio, raccomanda a me e Uma di non esagerare con il rotolarci nel fango e con i nostri giochi sotto l’acqua che a dire il vero ci piacciono tanto così come il tornare in casa completamente zuppi e farci asciugare con gli asciugamani caldi.
Oggi ho deciso di fare il cane colto, eviterei di cadere nel tranello della pioggia e dell’inesistenza delle mezze stagioni anche perché pare sia una cosa proferita da bipedi anziani, a turno, generazione dopo generazione, fino a far credere che in realtà le mitiche stagioni siano solo un’invenzione dei libri delle elementari, ma invece vorrei parlare di tempo, quello scandito dall’orologio in relazione al tempo meteorologico, insomma almeno ci provo e se non ci riesco ricordatevi che sono solo un bull terrier non Antonino Zichichi.
A volte ci si dimentica di tutto un tempo passato in cui il genere umano era completamente condizionato dalla situazione atmosferica vivendo in prevalenza di agricoltura e con essa l’incognita e la speranza di stagioni regolari per poter portare a casa i frutti del lavoro nei campi; ci voleva il giusto sole, la giusta pioggia, il clima mite, insomma quando alla mattina i vostri avi si alzavano dal letto, il guardare fuori dalla finestra era fatto con l’aspettativa di vedere qualcosa di positivo e non con l’intento di scegliere tra un paio di calosce di Gucci o una ciabattina di Prada.
Per noi cani è tutto più semplice, a noi basta uscire e chissenefrega se piove, se c’è la neve, anche se a dire la verità a noi piace sdraiarci al sole e rosolarci nello stesso modo in cui lo fanno alcune amiche di papà ma senza crema e senza moijto. A volte può capitare che piova ma sia io che Uma siamo stati chiarissimi: per nulla al mondo indosseremmo quei ridicoli impermeabili che ogni tanto vediamo in giro addosso ad amici a quattro zampe; forse i bipedi non si rendono conto dell’imbarazzo che noi cani proviamo nel metterci un “vestito”, magari griffato, vanità del tutto umana e perfettamente inutile per chi come noi è dotato di vera pelliccia; ma torniamo all’argomento principale prima che dicano che mi perdo sempre in un sacco di chiacchiere (pare che qualcuno voglia tagliare i miei pezzi). Si diceva che oggi le condizioni atmosferiche hanno acquisito una importanza secondaria e il pensiero si è spostato sull’abbigliamento piuttosto che su come sarà il tempo nel week end per poter programmare la gita o il pranzo all’aperto con gli amici e se questo può sembrare un aspetto insignificante invece è molto importante perché fa chiaramente capire come si sono evoluti i tempi e come l’uomo nel corso dei secoli ha cambiato le sue necessità e il suo modo di vivere; se da un lato questo progresso ha permesso una migliore condizione di vita, dall’altro ha fatto perdere alla maggior parte delle persone il contatto con la terra e con gli elementi, relegando ad essi un ruolo marginale e secondario. Immagino fosse bello iniziare la giornata all’alba spostando una tenda con il desiderio di trovare al di là del vetro “il giusto tempo” che volendo potremmo definire “il tempo del contadino” piuttosto che alzare una veneziana per decidere se prendere lo scooter invece che i mezzi pubblici, un primo approccio mattutino che condiziona l’intera giornata sia dal punto di vista del lavoro che dell’umore, emozioni del tutto perse. Il non dare importanza al clima rende poi l’essere umano vulnerabile quando la furia degli elementi si scatena e nessuno è pronto agli eventi che da sempre esistono; a proposito di “nessuno è pronto” penso a quando papà guida mentre piove e tira accidenti a tutti quelli che con due gocce d’acqua non sono più in grado di guidare un’automobile, come avrebbero fatto con carri tirato da buoi (per quello ho la soluzione ma non so se si può dire..)? Poi non parliamo dei maledetti ombrelli delle vecchie tenuti ad altezza faccia, dei mezzi pubblici che passano nelle enormi pozzanghere lavando tutti coloro che camminano sul marciapiede o dei cinque centimetri di neve che paralizzano intere città come una glaciazione universale.
Quello di cui sono sicuro è che se voi bipedi tornaste a riscoprire la bellezza di vivere le giornate con lo spirito del “tempo del contadino” o come le viviamo noi, vi godreste di più la vita, i vostri impegni sarebbero scanditi dalle nubi e non da delle lancette di un orologio e tutto assumerebbe una connotazione più romantica che non guasterebbe affatto: nulla vale di più che rotolarsi in un piumone caldo mentre fuori dalla finestra l’acqua cade copiosa e i lampi squarciano il cielo con il loro bagliore.
Lo dico sempre, il segreto per una vita migliore è tutto nella semplicità, imparate da noi, osservandoci potreste scoprire che vivere è una bellissima esperienza.
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