Al via la 49ª edizione di Vinitaly, Maroni: Lombardia leader dell’agroalimentare

E’ partita la 49ª edizione di Vinitaly, il salone internazionale b2b di riferimento per vino e distillati, a Veronafiere (www.vinitaly.com).
Attesi più di 4mila aziende da 24 Paesi, operatori specializzati attesi da 120 nazioni del mondo, in rappresentanza di tutti i continenti negli oltre 90mila metri quadrati espostivi netti.
Quattro giorni, a partire da oggi e fino a mercoledì 25 marzo, dedicati a business, alla cultura e alla formazione nel settore vitivinicolo. E in questa prima giornata a testimoniare l’importanza del settore c’è anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni: «La Lombardia è la Regione leader in Italia per la produzione agroalimentare e la presenza così importante dei nostri produttori e dei nostri vini qui oggi a Vinitaly lo testimonia: abbiamo 12 consorzi, che saranno esposti in maniera permanente durante Expo nel padiglione Lombardia, una misura concreta che abbiamo voluto prendere per dare un sostegno concreto alla produzione vitivinicola lombarda».
Il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni e l’assessore regionale con delega all’Agricoltura Gianni Fava saranno, a partire dalle ore 13, al Padiglione Lombardia nell’area Consorzio Oltrepo pavese per un saluto
«La storia del nostro vino rappresenta al meglio la capacità dell’Italia di uscire dalla crisi e vincere nuove sfide – ha affermato Maurizio Martina, Ministro alle Politiche agricole, alimentari e forestali che oggi ha inaugurato Vinitaly –. Lo dicono i numeri formidabili di questi anni, come il record di oltre 5 miliardi di euro di export che testimonia la nostra forza nel mondo. Vinitaly costituisce un momento fondamentale per questo mondo, per le migliaia di nostre imprese che sono la forza vera di un settore che può ancora crescere. Il Governo è in campo per liberare queste energie e cogliere opportunità importanti come Expo Milano 2015, dove il Padiglione Vino sarà uno dei racconti principali della potenza del saper fare italiano».
Alla cerimonia d’inaugurazione delle 10.30 nell’Auditorium Verdi, presenti anche Luca Zaia, Governatore della Regione Veneto, Flavio Tosi, Sindaco di Verona e Antonio Pastorello, Presidente della Provincia di Verona.
«Vinitaly, Sol&Agrifood ed Enolitech – commenta Ettore Riello, Presidente di Veronafiere – rappresentano l’occasione per fare il punto e confrontarsi sulle prospettive future del mercato, non solo del vino, settore da oltre 10 miliardi di euro, ma anche dell’olio d’oliva e dell’alimentare Made in Italy. Si tratta di comparti fondamentali per l’economia che continuano a registrare ottime performance sui mercati esteri e di cui il sistema fieristico costituisce un’efficace e insostituibile piattaforma internazionale di promozione in grado di generare il 15% dell’export».
Business e internazionalità restano al centro anche di questa edizione di Vinitaly che vede l’arrivo a Verona di operatori specializzati e buyer da tutti i cinque continenti e delegazioni commerciali ufficiali da 52 Paesi, come spiega Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere: «Con questo Vinitaly abbiamo voluto amplificare al massimo le opportunità che si stanno delineando sui mercati consolidati ed emergenti. Per questo abbiamo intensificato ulteriormente l’attività verso l’estero, incrementando del 34% gli investimenti per l’incoming anche grazie all’importante supporto di Mise, ICE e Mipaaf, con un focus particolare su Hong Kong, Cina, USA, Russia, Brasile, Australia, Canada Germania e i Paesi del Nord Europa».
In controtendenza all’andamento del Pil il fatturato del vino e degli spumanti in Italia cresce ancora dell’1% e raggiunge nel 2014 il valore record di 9,4 miliardi per effetto soprattutto delle esportazioni che hanno raggiunto i 5,1 mld (+1,4%) mentre è risultato praticamente stagnante il valore delle vendite sul mercato nazionale attestatesi attorno ai 4,3 mld. Questo, invece, è quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata al Vinitaly di Verona dove è presente con il proprio stand. Vendite in aumento dagli Stati Uniti (+4,4%) che si consolidano come principale mercato di sbocco alla Gran Bretagna (+6,1%) che si classifica al terzo posto dietro alla Germania dove invece, sottolinea la Coldiretti, si registra una preoccupante flessione del 4,4%. Preoccupante il flop registrato in Russia dove le esportazioni calano del 10,4% anche per effetto delle tensioni politiche e commerciali nonostante il vino non rientri tra i prodotti colpiti dall’embargo. Il buono stato di salute del vino italiano traina l’occupazione in agricoltura che in controtendenza fa registrare un andamento positivo nel 2014.
Si stima che il vino abbia offerto durante l’anno opportunità di lavoro ad un milione e duecentocinquantamila italiani tra quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi: dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (vinacce e raspi). «La decisa svolta verso la qualità ha messo in moto nel vino un percorso virtuoso in grado di conciliare ambiente e territorio con crescita economica e occupazionale», afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che «nuove ed importanti opportunità si aprono nel 2015 con la ripresa economica in Italia tanto che nel primo bimestre c’è stato un aumento dell’1,9% in valore delle vendite nella grande distribuzione organizzata rispetto all’anno precedente». E segnali positivi, conclude Moncalvo, «vengono anche dall’esportazioni grazie all’effetto traino del tasso di cambio favorevole con il dollaro».
Intanto il presidente della Lombardia Roberto Maroni riferisce di una stretta di mano tra Zaia e Tosi, lontano dai riflettori «Se la sono data, confermo. Sono testimone, anch’io ho stretto la mano a tutti e due». Tosi: «Direi che è il minimo, i rapporti umani non cambiano. Poi Flavio ha fatto un’altra scelta, ben venga in democrazia è bene che tutte le idee siano rappresentate».
E Zaia arrivando ha detto «ci stringeremo la mano, c’è rispetto personale e per le istituzioni, qui io sono il sindaco di Verona e lui il presidente del Veneto. Siamo nei nostri ruoli».
Maroni poi, interpellato su chi vincerà le regionali ha risposto: «Faccio un pronostico: primo Zaia, dal secondo in poi non conta».
Qui gli eventi organizzati durante per la 49 edizione di Vinitaly
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