Alessandro Fullin e le atmosfere dantesche de “La Divina”.

Dal 28 gennaio al 14 febbraio, sul palco del Teatro Martinitt, dopo il successo lo scorso anno di “Piccole Gonne”, arriva una nuova, spassosissima parodia firmata da Alessandro Fullin. Che riscrive a suo modo La Divina Commedia e cerca di porre rimedio all’abolizione del purgatorio… Un inferno a modo suo, dove non si soffre, anzi si ride a crepapelle. E dove Caronte è più sexy di Beatrice….
Al Martinitt si muore dalle risate e si finisce all’inferno… Ma quello esilarante proposto dalla penna sagace e dalla vocina acuta di Alessandro Fullin, noto volto televisivo di Zelig, Le Iene ecc., brillante scrittore, attore di grande impatto ed empatia e autore sottilissimo di commedie gay-friendly dalla pungente, vivace autoironia. Non di rado ispirate molto, molto liberamente ai grandi classici. Dopo il successo di “Piccole Gonne”, parodia di Piccole Donne di Mary Alcott, applauditissimo lo scorso anno, torna al Martinitt con la sua personalissima interpretazione del grande poema. Nelle lunghe e morbide vesti del Poeta, ci conduce tra Inferno e Purgatorio per ricollocare le anime penalizzate dalla cancellazione di quest’ultimo da parte della Chiesa. E insinua un dubbio amletico: la Divina sarà la Commedia o… Fullin nelle vesti di un insolitamente languido Dante? Venire a teatro per scoprirlo.
“La Divina” è una commedia scritta e diretta da Alessandro Fullin, con Alessandro Fullin, Tiziana Catalano, Sergio Cavallaro, Simone Faraon, Paolo Mazzini, Mario Contenti, Ivan Fornaro.
Nel 2009 Papa Ratzinger annunciò al mondo che il Purgatorio, come luogo fisico, non esisteva più… Dante Alighieri, saputa la notizia, si precipita di nuovo nell’Oltretomba per dipanare la spinosa questione e riscrivere la Divina Commedia. Dove mettere ora gli invidiosi, gli iracondi e gli accidiosi? Dubbi e tormenti attendono il Poeta il cui amore per Beatrice, dopo secoli, si è un po’ appannato, mentre Caronte sembra avere un certo fascino… Tra demoni e cherubini, fiumi infernali e rinfrescanti panchine ecco una rilettura in chiave camp dell’immortale poema, che getta nello stessa bolgia Paolo Malatesta con gli Abba, Farinata degli Uberti con Liz Taylor.
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