Allarme Kabobo a Milano

A Milano, e in Italia, è ‘allarme Kabobo’. Che siano clandestini o anche semplici immigrati, per guerra, fame o anche ‘economici’, il problema rappresentato dal flusso ‘invasivo’ senza fine di africani, asiatici e chi più ne ha più ne metta va ben oltre il semplice aspetto culturale o di accoglienza su cui si ferma la maggior parte del dibattito politico.
Come ha sottolineato Simona Bordonali, assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia con un post su Facebook (e una nota della Regione stessa): “C’è un tema legato agli sbarchi che troppe persone stanno sottovalutando e che rischia di essere una bomba sociale: la presenza sul nostro territorio di centinaia di immigrati con problemi psichici, di schizofrenia soprattutto. L’allarme è stato lanciato dal responsabile del servizio di etnopsichiatria dell’ospedale Niguarda di Milano, unico centro italiano a occuparsi di richiedenti asilo con disturbi mentali”.
Immediatamente sono giunte le smentite, o meglio, la ‘normalizzazione’ del problema. Secondo Carlo Pagani, psichiatra e responsabile del Servizio di etnopsichiatria al Niguarda di Milano, non ci sarebbe alcun allarme, i numeri dei casi riscontrati sarebbero nella norma e paragonabili in percentuale a quelli dei pazienti italiani.
E’ chiaro però che, più persone sbarcheranno in Italia, più arriveranno quelle malate. Anche perché, se i cittadini italiani (o gli stranieri regolarmente residenti in Italia) sono monitorati dal sistema sanitario nazionale, i clandestini, come dice il nome stesso, camminano senza alcun controllo per le nostre strade, come un Kabobo qualsiasi. Lo stesso Pagani, del resto, ammette che, delle 250 persone straniere ospitate al Niguarda il cinque per cento soffra di disturbi psicotici, mentre per quanto riguarda il resto ci si ‘accontenta’ di depressione, ansia e disturbi post traumatici da stress, legati in particolare ai maltrattamenti subiti in Libia durante il viaggio per arrivare in Europa e alla delusione di non trovare un lavoro e una sistemazione una volta arrivati e quindi del fallimento del progetto migratorio.
Un ‘allarme Kabobo’ che non può che preoccupare una Milano che, nelle sue zone più periferiche, già comincia a vivere l’amara realtà di aree che si stanno trasformando in casbah dove lo squallore e la violenza hanno preso il posto di una ‘Milano da bere’ che ormai esiste solo nelle cartoline sbiadite del passato.
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