Arriva il “Fido Custode”, il cimitero che fa Bau e Miao

Una cosa va detta: il nome scelto dall’amministrazione comunale per il nuovo (e abbastanza unico) cimitero per animali di cui si doterà Milano fa venire i brividi. Il “Fido Custode” richiama alla mente quelle pubblicità un po’ paradossali che si possono leggere talvolta all’interno dei vagoni del metrò, del tipo “Per il tuo eterno riposo confortevole ci pensiamo noi”.
Dare un nome alla morte pare brutto, anche quando si parla di animali. Ecco perché, per quanto l’idea sia più che buona, il “Fido Custode” suona malissimo, anche perché davvero ‘politicamente scorretto’. Solo i cani si chiamano Fido. Mai sentito prima di un Fido gatto o canarino o pesciolino rosso.
Fa anche un po’ sorridere che, di questi tempi tempi trafficati e congestionati, il Comune di Milano, in difficoltà nel trovare spazi per profughi, clandestini e succedanei, scovi improvvisamente sei chilometri quadrati (ed è solo l’inizio) per depositare le spoglie dei ‘migliori amici dell’uomo’.
Ma tant’è, l’entusiasmo dell’assessore con delega alle Politiche animali, Chiara Bisconti, e del garante degli Animali del Comune di Milano, professor Valerio Pocar, è parso davvero tangibile. “L’apertura di un cimitero per animali di affezione è un segno di civiltà che colloca ancora una volta Milano all’avanguardia in Italia e in Europa per quanto riguarda la qualità dei servizi offerti ai propri abitanti”, ha sottolineato l’assessore Bisconti.
L’area che regala a Milano il più grande cimitero per ‘animali di affezione’ d’Italia sarà sita nel Parco Sud, nei pressi di via Novara, con ingresso da via Caio Mario. Il costo annuale del servizio sarà di 150 euro, con speciali agevolazioni per le fasce meno abbienti.
Tutto bello, insomma. Resta un ultimo dubbio: se, come sostiene lo stesso assessore, Milano conta a tutt’oggi circa 300mila ‘a quattro zampe’ (cani e gatti, escludendo conigli, porcellini d’India, tartarughine e affini), quanto tempo potrà resistere la capienza del cimitero ‘animalesco’, dotato inizialmente di appena 4800 posti, con un piano di espansione che al suo massimo non andrà mai oltre i 20mila? Più che un minuto di rispettoso silenzio, in questo caso ne servirebbe uno di lunga riflessione.
Massimiliano Bordignon
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