Chi bestemmia a Capodanno, bestemmia tutto l’anno

Come sempre accade a fine anno mi perdo il meglio, in questo caso la mezzanotte anticipata, il concerto di Gigi D’Alessio con uno strepitoso Grignani in vena alcolica e la bestemmiazza in diretta via SMS. In effetti tutti coloro che hanno optato per un tranquillo fine anno in casa con gli amici o sdraiati sotto la copertina hanno potuto beneficiare di chicche inaspettate che hanno contribuito ad alimentare le discussioni sui social e sui media nei primi giorni di questo anno. Se vogliamo tralasciare tutti coloro che hanno giurato che non avrebbero mai ascoltato gigetto salvo poi essere lì a cantare in coro davanti alla televisione (consentendogli un bel 25% di share), il resto ha utilizzato il lauto canone RAI per le solite minestre stile “televisione di stato” con sorprese e affini.
La polemica principale ha avuto come oggetto la bestemmia scritta che è passata sotto forma di SMS inviato dai telespettatori, una svista di chi è preposto al controllo che ad oggi gli è costata un richiamo e la sospensione dal posto di lavoro; senza dubbio una disattenzione pagata cara, sicuramente anche in termini di santi e madonne successive.
Non è la prima volta che in televisione volano bestemmie, abbiamo anche personaggi che si sono costruiti una carriera e che rimarranno indimenticabili proprio per questo come l’intramontabile Germano Mosconi e le sue telecronache piuttosto che la famosa prima volta in RAI con Leopoldo Mastelloni e tutta una serie di personaggi come Tiberio Timperi, Massimo Ceccherini, concorrenti del Grande Fratello e molti altri.
Oggi l’uso della bestemmia così come l’uso della parolaccia è diventata cosa comune, un’intercalare come un altro, una esclamazione di stupore al posto di un accidenti o di un caspita, poco importa che in realtà la maggior parte delle persone che le ascoltano non abbiano proprio piacere nonostante non siano credenti praticanti o devoti alla madonna. Se le parolacce oramai sono talmente diffuse e di uso comune tanto da trovarle comodamente riportate su qualsiasi dizionario della lingua italiana, ritengo che dovrebbero avere un uso limitato e non essere utilizzate in sostituzione di parole già esistenti e che hanno una precisa funzione; ancora peggio quando le stesse volteggiano in doppi salti carpiati in bocche di ragazzine o di signore perfettamente agghindate a festa. Ricordo che da ragazzino si diceva che le bestemmie erano una “usanza” tipica di alcune regioni ad esempio la Toscana e il Veneto con un abecedario di imprecazioni che faceva fare brutta figura alla Treccani, inventori di madonne da gara, felicemente esposte mentre si lavorava o al bar guardando la partita.
Ho sempre pensato che chi imprecava contro dio avesse un buon motivo per farlo, caspita, spesso il signore fa perdere la pazienza, ma con il tempo non è più stato un insulto diretto per un motivo valido, che ne so per fare un esempio come offendere la madre di quello che ti ha tagliato la strada in macchina, ma bensì un uso spregiudicato, quasi come sfida, per dimostrare di non essere legati alla chiesa e di non temere il giudizio finale.
Trovo che sia davvero brutto sentire uomini, donne e ragazzini nominare il nome di dio invano e non lo dico da credente ma da persona educata; non mi interessa se uno ha una fede religiosa o trova che siano tutte invenzioni, non importa se ci si trova ad una cena di gala, su un palcoscenico o in una officina, lo trovo di cattivo gusto nello stesso modo di uno che sputa a terra o rutta, manifestazioni di becera ignoranza fine a se stessa. Poi se proprio vogliamo andare a vedere, gli intercalari e affini sono davvero inutili all’interno di una frase e se provassimo a sostituire parolacce e bestemmie con altre parole a caso lo capiremmo bene : “mi stai proprio sul mango” “cosa banana vuoi?” “porco melograno sono davvero inalberato oggi”, insomma frasi sconclusionate, senza senso e impronunciabili. Allora se facessimo questo esercizio ogni qualvolta ci viene in mente di dire una cosa non proprio elegante, torneremmo a quelle “porca paletta” e “porca putrella” che da bambini erano la massima espressione del nostro disappunto, ma che sicuramente evitavano qualche ceffone da parte di genitori che “ai miei tempi” ci tenevano particolarmente all’educazione dei propri figli.
Bestemmiare non è libertà di espressione è inciviltà, bestemmiare non è essere grandi è essere stupidi, bestemmiare è inutile quanto pregare per chi non crede e deleterio invece per chi si aspetta il paradiso, la bestemmia si accompagna male con la classe e l’eleganza.
Mi viene poi da sorridere pensando che noi siamo un popolo che impreca contro il proprio dio ma che viene ammazzato da chi grida “Allah Akbar” proprio per la propria fede.
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