Boni: Majorino in difficoltà a casa sua

Prima di cominciare qualsiasi discorso desidero esprimere a titolo personale e di tutta la redazione di MilanoReporter.it assoluta e incondizionata solidarietà all’assessore Majorino per le minacce ricevute.
Come l’assessore però vivo nel mondo digitale e, purtroppo, come lui sono stata in passato vittima di offese, insulti e minacce dai minus habentes, meglio conosciuti come “haters“, che popolano il web. Nondimeno, ho letto svariate volte minacce a colleghi, politici, influencer, personaggi vari. Il popolo degli haters non risparmia nessuno, dai concorrenti del Grande Fratello a Papa Francesco. E’ il prezzo da pagare per la visibilità che si ottiene in rete, dicono. Io sono più propensa a pensare che sia la conferma di quanto affermato da Umberto Eco, ma non sottilizziamo.
I fatti sono oramai noti: la delibera di assegnazione per concedere un diritto di superficie di 99 anni su alcune aree comunali per costruire le moschee da parte del Comune di Milano era stata inizialmente bloccata dalla Corte Costituzionale. Successivamente era intervenuta la Regione che, attraverso una netta presa di posizione del Presidente Maroni e dell’assessore Beccalossi, aveva ricordato che esiste una legge della Regione Lombardia che stabilisce che assegnazioni di questo tipo sono possibili solo se previste nel Piano di Governo del Territorio, che ogni Comune deve approvare. Non essendo previste nel piano attuale è necessario seguire un iter che prevede la modifica del Pgt prima dell’assegnazione.
Ma ci sono anni che iniziano con il piede sbagliato, e sembra che il 2016 abbia intenzione di seguire questa linea: il primo gennaio l’Imam del centro islamico di via Padova, Mahmoud Asfa, ha chiesto un intervento urgente del sindaco per risolvere l’emergenza, visto che nei due ultimi venerdì nella Casa islamica ha dovuto organizzare 4 o 5 turni di preghiera per ospitare tutti i fedeli; in caso di ulteriori ritardi ha paventato la preghiera per strada come accadeva alcuni anni fa in viale Jenner. L’assessore Pierfrancesco Majorino, che in campagna elettorale ha portato l’assegnazione di aree a beneficio della costruzione di moschee tra i suoi cavalli di battaglia, ha condiviso le parole dell’Imam confermando l’intenzione di proseguire con il bando. Il giorno dopo, ieri, siamo venuti a conoscenza – attraverso il profilo facebook dell’assessore – che Majorino e la sua famiglia erano stati oggetto di minacce di morte. Immediate le reazioni e le manifestazioni di solidarietà da parte del mondo politico e dei cittadini, naturalmente. Un paio di dubbi però sono sorti sin dalle prime battute.
Il tempismo, per esempio. Una strana coincidenza ha voluto che la bagarre accadesse il giorno dopo l’uscita infelice dell’assessore Majorino sulla volontà di avere un assessore gay laddove avesse conquistato la poltrona di primo cittadino. Le moschee, come abbiamo detto, sono uno dei cavalli di battaglia di Majorino, da più di quattro anni. Come mai si sono decisi tutti adesso, questi imprevedibili haters? Ma soprattutto, come mai gli antagonisti sono arrivati alle minacce (di morte!) quando oltre alla Corte Costituzionale esiste una legge Regionale che impedisce alla Giunta di completare il bando di assegnazione? E’ prevedibile che i tempi non siano immediati, il che lascia supporre che la soluzione del caso sarà in carico alla prossima Amministrazione Comunale. Perché mai darsi tanta pena, proprio ieri?
La reazione dell’assessore. In un post dichiara stoicamente di non temere le minacce, che non lo fermeranno. E fin qui, nulla da eccepire. Ma perché accusare Lega Nord e centrodestra di fomentare l’odio? Non era il caso di smorzare i toni, sottolineando la volontà di insistere nella volontà di creare un dialogo tra le culture, come ricordato in serata?
Davide Boni, segretario provinciale della Lega Nord di Milano, da noi contattato in serata ha così commentato le nostre perplessità: “La solidarietà è d’obbligo da parte di chiunque, le minacce non sono mai accettabili. Purtroppo, però, arrivano a tutti, io le definisco un ‘rischio d’impresa’ “
D’accordo, ma arrivare a definire Lega e centrodestra “montatori di odio professionisti” non è un po’ eccessivo e lontano dalla linea di comunicazione dell’assessore?
“Montare il caso parlando di barbarie leghista è in effetti una caduta di stile che nasconde la paura di Majorino di soccombere agli altri candidati della sua area. Sala e Balzani seguono una loro linea e ottengono riscontri e visibilità che non sono uguagliati dal terzo pretendente. Majorino è in difficoltà a casa sua“
Facciamo un passo indietro: cosa pensa della decisione di avere un assessore gay tra le fila della Giunta da lui presidiata, in caso di elezione a sindaco dell’assessore alle politiche sociali?
“E’ ghettizzante per le persone della comunità LGBT. Nulla in contrario nell’avere assessori competenti che facciano parte di qualsiasi comunità, noi per primi abbiamo scelto un responsabile dell’immigrazione che è di origine nigeriana, anche se parla il bergamasco meglio di me. Ma la scelta non è stata dettata dalla provenienza, bensì dalle sue competenze personali“
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