BUONA DOMENICA di Sabrina Antenucci / Michelle Obama e la farfalla Maria

Ci sono notizie interessanti, informazioni, arricchimenti culturali, condivisioni, opinioni, comunicazioni di servizio. E poi ci sono cose di cui non ci interessa proprio nulla. Livello di interesse zero, anzi, meno ventotto. E’ un dato soggettivo, certo, quello che stupisce è che lo sia anche la reazione. Ho sempre pensato che se dovessi leggere a caratteri cubitali che in Nord Carolina è stata avvistata una farfalla e che due ottuagenari l’hanno battezzata Maria, cambierei lettura e non mi soffermerei nemmeno per un attimo a pensare alla farfalla Maria.
Sembra invece che i nostri contemporanei reagiscano in maniera differente. Pur di brillare per 10 picosecondi della luce riflessa della farfalla Maria venderebbero l’anima al diavolo (non è Eco-mania, credetemi. Lo dico da prima di lui, giurin giuretta).
La reazione alla notizia, oggi, sarebbe quindi:
- le farfalle discendono direttamente dalle meretrici e sono portatrici di AIDS
- di che colore è la farfalla? Bianca? E’ una macchinazione del Ku Klux Klan
- i giornalisti non sanno più come manipolare l’opinione pubblica per coprire le malefatte dell’asse Putin-Marylin Monroe-Enrico La Talpa
- Vergogna! Pensare alle farfalle quando le termiti non hanno un sindacato
- Per colpa della farfalla ho dovuto ritardare di 8 battiti di ciglia la mia manicure
e via di questo passo.
Sostituite “farfalla Maria” con “Michelle Obama”.
La first lady è arrivata a Milano a visitare l’Expo. Personalmente, avrei trovato più interessante sapere come sbucciare un uovo sodo senza giocarmi tre quarti dell’albume, quindi sono serenamente passata dall’archivio delle notizie che Claudio Chiari, un collega di Radio Number One, e io definiamo #soncose e ho proseguito la lettura del giornale. Poi, però, mi sono collegata a Facebook. Apriti cielo.
Michelle Obama e la sua visita sono diventate colpevoli del blocco del traffico (è noto, a Milano non c’è mai ombra di coda); dei ritardi a tutti gli appuntamenti del mondo di tutti i miei contatti (mai come quel giorno mi sono resa conto di avere tra i contatti persone con professioni più rilevanti di un cardio chirurgo d’emergenza); dell’aumento dei prezzi del gelato (non riesco a darmi una spiegazione, ma è meglio non indagare oltre.); dei profughi della stazione centrale; della crisi greca; e anche del fallimento della dieta di un paio di amiche.
Ora, lasciate che provi a dare il mio punto di vista:
Michelle Obama è una persona che ricopre un ruolo pubblico di primaria importanza. In quanto First Lady, moglie del Presidente degli Stati Uniti d’America, tutta la stampa parla di lei. Se la signora in questione arriva a Milano per visitare l’Expo tutto il mondo parlerà di lei, di Milano e dell’Expo. Questo significa che anche le persone che normalmente non si interessano di queste notizie verranno a sapere che a Milano c’è un qualcosa che si chiama Expo di cui parla tutto il mondo. A questo punto, le sopracitate persone potrebbero incuriosirsi e pensare di venire a visitare l’evento cool che ha spostato niente po’ po’ di meno che la First Lady, portando quindi un supporto all’economia, che male non fa.
E’ un po’ l’effetto fashion blogger: indossano un vestitino di xyz e, grazie ai loro follower, il vestitino diventa il mai-più-senza dell’estate 2015. Semplice, no?
Quindi, ricapitolando, la reazione alla notizia potrebbe essere disinteresse, desiderio di emulazione o considerazioni simili a quelle appena fatte insieme. Non riesco a capire come si possa utilizzare una notizia del genere per accusare Salvini di razzismo, Renzi di manifesta incapacità, Pisapia di manipolazione e il Castello Sforzesco di immobilismo.
Facciamo un’ipotesi, anzi due.
Non è che tutti questi commenti nascono perché ci sono troppe persone che non hanno una vita e non possono fare altro che commentare quella degli altri? Oppure che sognano di essere sulla prima pagina di un giornale come trend setter quando in realtà della loro giornata si disinteressa persino il pesce rosso di famiglia?
Buona domenica.
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