Calcio dilettantistico, una ripartenza fra dubbi e divisioni

Dopo il primo giro di incontri da parte del Comitato Regionale Lombardia per testare la possibilità di una possibile ripartenza da parte del calcio dilettantistico ne esce sostanzialmente una fase legata a doppio filo alla situazione pandemica vigente da qui al 5 marzo, data in cui scadrà l’ultimo DPCM redatto dal Governo e che riguarda anche lo sport in generale.
I dubbi delle società
Il Comitato ha comunicato alle società che valuterà un’eventuale proposta di ripartenza generale dopo appunto quella data, trovando però già l’opposizione delle società maschili dalla categoria Promozione in giù, fino quindi alla Terza Categoria, dove i dubbi sono numerosi, anche e soprattutto legati alla questione economica. Qualche speranza per l’Eccellenza dove ci sono comunque molti dubbi e insidie.
Club divisi in campo femminile
La questione economica è un punto importante anche per la ripartenza legata all’attività del calcio dilettantistico femminile per le categorie di Eccellenza e Promozione, dove per adesso le società sembrano essere divise sul ripartire sull’attività agonistica mentre si trovano unite sul fronte della discussione nata dopo la dichiarazione delle Regione Lombardia e del ministro Speranza che hanno messo in piedi la possibilità, da parte delle istituzioni, di fornire alle società un contributo economico per poter ottemperare le regole del protocollo vigente nella Serie C femminile dove i tamponi devono essere fatti 48/24 ore prima della gara di campionato. Tutti sanno che le spese per le analisi sono a carico delle società, cosa che non sarebbe sopportabile per le compagini delle categorie inferiori dove il campionato non è praticamente mai iniziata e gli introiti “da partita” (prime fra tutte le strutture di ristoro interne ai centri sortivi) sono stati praticamente irrimediabilmente azzerati per l’inattività di prime squadre e giovanili di tutte le società.
Le parole di Pedrazzini
“Questi incontri ci servono per coinvolgere, valutare e sentire i vari punti di vista delle società, anche perché vogliamo almeno avere la speranza di poter riprendere sapendo che questa è legata allo stato pandemico che ci troveremo davanti da qui a un mese” ha spiegato il presidente vicario del settore, Sergio Pedrazzini, che ha aggiunto: “Ci sono anche da discutere i vari format con cui si ha intenzione di riprendere, visto che ci sono dei passaggi di categoria importanti fra regionale e nazionale per le squadre femminili di Promozione, e a questo dobbiamo capire tutti insieme come affrontare la situazione, anche in caso di stop definitivo”.
La situazione sembra legata sì ai numeri del Covid-19 dentro e fuori regione, ma pesa sulla decisione anche il fattore economico, con molte società che hanno investito nel movimento femminile e vorrebbero sia giocare che rimandare tutto a settembre per la nuova stagione, quando magari ci sarà maggior chiarezza su chi dovrà affrontare le spese per i tamponi, voce che in un bilancio sembra pesare non poco per chi sta affrontando i campionati dove sono obbligatorie secondo protocollo FIGC.
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