Cambiare la nostra idea di cambiamento

A volte il cambiamento avviene da solo come un frutto maturo che si stacca dall’albero.
Fino a poco fa ti sei sempre e completamente dedicato agli altri, senza mai regalarti quella mezz’ora per te stesso, ora invece da qualche settimana hai deciso di iscriverti a quel corso, prenotare una mostra, o accettare un appuntamento da sempre declinato per mancanza di tempo o forse di coraggio.
Oppure hai sempre avuto uno stile di vita sedentario, ti sei sempre definito la classica persona “anti-sport” e poi di colpo ti ritrovi, non sai bene come e quando, ad andare in bicicletta al lavoro, praticare un’attività sportiva regolarmente e scegliere le scale al posto dell’ascensore.
Il cambiamento è naturale, moltissime volte, è fisiologico e fa parte della vita. Cambiamo idee, pensieri, sentimenti e scelte, orientamento politico, religione, professione. Cambiamo perché cambiare è vita.
Ma qualche volta accade di non voler cambiare.
“Girando su se stessi, vedendo e facendo sempre le stesse cose, si perde l’abitudine e la possibilità di esercitare la propria intelligenza. Lentamente tutto si chiude, si indurisce, si atrofizza come un muscolo”
Albert Camus
Quando il cambiamento sembra impossibile
In certi casi, alcuni cambiamenti “naturali” si scontrano con il nostro inconscio, facendo emergere impedimenti, resistenze e sfiducia.
Alla base del “blocco al cambiamento” vi è la nostra convinzione che per cambiare bisogna modificare completamente e radicalmente la propria vita.
E questo ci fa paura. Per tutti noi è più facile stare al riparo nella propria “zona di comfort”, dove sappiamo esattamente cosa aspettarci e dove tutto è relativamente sotto controllo. Allora la mente escogita trucchi, crea giustificativi “non posso, non riuscirò, è impossibile, mi mancano i soldi, mi manca il tempo, nessuno mi aiuta…”.
Questi pensieri vengono da soli, sembrano reali e razionali, aumentando l’immagine che noi abbiamo del cambiamento stesso rendendolo talmente grande da ridurre in partenza le probabilità di farcela. Ma questo è un modo sbagliato di percepire il cambiamento perché in quella zona, la cosiddetta “zona di comfort” che tanto proteggiamo, scarseggia la felicità autentica e sostenibile nel tempo.
Perché essere felici è anche vivere nuove esperienze, avere il coraggio di andare oltre i nostri limiti ed essere in costante evoluzione.
In realtà, la felicità non contrasta con la paura e l’ansia, ma si intreccia con queste per permetterci di crescere.
Come cambiare l’atteggiamento mentale verso il cambiamento e fare del cambiamento un nostro punto di forza: un assaggio verso la felicità sostenibile.
1. Decidere di vedere il cambiamento (nella vita sia professionale che personale) come inevitabile e naturale e accettare il cambiamento.
2. Addio alla perfezione: non devi diventare la persona più sportiva al mondo, o la più esperta in business o storia dell’arte, il migliore nelle arti marziali. No! “Fly Down”. Il modello di perfezione è qualcosa che non viene quasi mai raggiunto, non permette di vedere le piccole cose che potrebbero veramente far evolvere il modo di pensare e di agire e non garantisce benessere e felicità. Abbassiamo l’asticella delle aspettative e iniziamo a gustarci le piccole cose e i piccoli traguardi.
3. Partiamo dal concetto che se ti dai obiettivi troppo arditi, finirai per non fare niente.. Quindi micro-obiettivi, realizzabili, un passo alla volta. Il cambiamento deve essere affrontato in modo leggero, pezzetto per pezzetto. È necessario un piccolo salto per avviare un processo di rinnovamento inarrestabile e profondo.
4. Anzi direi di più, ricercare il cambiamento, creando in noi l’abitudine al cambiamento. Perché per modificare le grandi abitudini bisogna partire da quelle piccole.
Al bando la solita strada per andare al lavoro o per fare la spesa, cambiare posto a tavola o nelle riunioni, variare l’ordine delle cose che facciamo appena svegli, vestirci con abiti e stili diversi il solito ristorante, i soliti hobby da 20anni, il solito tram, le solite persone frequentate, i soliti compiti e le routine lavorative, tutto il “solito”… che ci fa sentire adeguati.
Si può iniziare modificando le scelte, le amicizie tossiche che ci tolgono energia, l’ambiente in cui si vive, la propria scrivania. Puoi cambiare semplicemente innovando il modo di pensare, agire, amare e superare gli ostacoli. Prendiamo l’abitudine a non essere metodici anche nelle piccole cose: il nostro cervello ringrazierà e la nostra paura del cambiamento si ridurrà giorno dopo giorno.
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Sono perfettamente d’accordo con questo articolo. Spesso si pensa che il cambiamento sia tale quando si fa qualcosa di radicale invece ritengo più utile effettuare dei piccoli passi costanti , più fattibili e che danno meno ansia e paura. Quotidianamente ci sembrerà di non aver cambiato nulla e invece a lungo andare si ottengono grandi risultati. L’importante, come sempre, è l’azione!