Carina Fisicaro: peperoncino al miele, la forza delle Donne

“Non ti comprerai mai un paio di pantaloni”. Chissà perché ci sono semplici frasi che segnano un destino. Una frase che suona come un ricatto, e che diventa un’arma in grado di regalare la libertà e l’energia di seguire istinto, sogno, passione. E vincere.
Non si sarà reso conto di quello che diceva, il marito – oggi ex – di Carina Fisicaro. Sposato a 21 anni, padre della sua unica figlia, lasciato a 26 anni, è uno dei personaggi nella storia di Carina, un inconsapevole motivatore nella strada che ha portato il sogno a diventare realtà. Inizia così il percorso del sogno di Carina Fisicaro, coach per le Donne, formatrice, motivatrice. Nasce in Argentina, arriva in Italia da Miami, dove era andata per seguire il padre, e inizia la sua vita di Donna nel nostro Paese. Si sposa, come abbiamo visto, e diventa mamma, ma capisce subito che qualcosa in quel matrimonio non va. Si separa e trova un lavoro per mantenere se stessa e la sua bambina, ma anche lì qualcosa non va: quando la figlia diventa adolescente cominciano i problemi di relazione tra madre e figlia. Gli “anta”, giro di boa importante per una donna, sono alle porte e Carina Fisicaro non è soddisfatta di quello che ha raggiunto. Decide di andare da uno psicologo con la figlia, e funziona. L’equilibrio famigliare inizia a trovare una sua struttura, il lavoro tutto sommato va bene, la vita privata procede senza infamia e senza lode. Potrebbe fermarsi qui. Ma c’è qualcosa che non le permette di farlo, un sentimento che la guiderà in tutto il percorso: il ricordo della sensazione di solitudine. Nei periodi difficili il sentimento principale che ha provato, e che ogni persona che ci sia passata ha provato, è la solitudine. Non importa che ci sia un marito, una figlia, dei colleghi: ci si sente sole ad affrontare dei problemi che sembrano più grandi di noi. Si ha la sensazione di non poterli superare, a volte; si ha il dubbio che esistano delle vie d’uscita. Carina Fisicaro capisce che la via d’uscita esiste e che per arrivare ad essere felici e soddisfatte della propria vita non basta avere un equilibrio apparente, o appena accennato: bisogna raggiungere un obiettivo. Il suo diventa quello di aiutare le donne che in un momento della propria vita si trovano a dover affrontare una sfida e non sanno come fare.
A questo punto Carina Fisicaro si iscrive ai corsi di diverse scuole di coaching, formandosi in tutte le specializzazioni: sport, business e life. Segue i seminari di Anthony Robbins, poi entra a far parte del suo staff. Vive emozioni mai provate prima, perché durante quegli eventi condivide l’emozione e la paura durante le sfide che provano i partecipanti agli stage di Robbins. (La più conosciuta è la “camminata sui carboni ardenti”, ndr) Capisce che nel momento in cui si deve superare una sfida, emozione e paura sono sentimenti che uniscono tutti, indistintamente.
Inizia quindi a organizzare degli incontri nelle librerie della zona, li chiama “ExtraordinariaMente Donne”; hanno l’obiettivo di far capire alle partecipanti che è possibile ottenere il risultato sognato in ogni ambito della vita: personale o professionale.
Nel frattempo Carina Fisicaro continua a studiare e a partecipare a corsi e seminari, e si rende conto che c’è qualcosa che non le piace: sul palco ci sono principalmente uomini. Serve formazione al femminile, mancano donne sul palco.
Perché mancano donne sul palco? Qual è la differenza, se i concetti sono gli stessi?
“Sognavo un evento dove le donne potessero dare il loro punto di vista, raccontare la loro esperienza e offrire spunti alle partecipanti per superare i momenti chiave della loro vita. Noi donne abbiamo un linguaggio comune, verbale e non verbale, ed è più facile per noi immedesimarci e trovare la motivazione in racconti di altre donne. Volevo mostrare a tutte le donne che è possibile raggiungere un obiettivo e creare la vita che si desidera, e volevo che lo capissero grazie ad altre donne.”
Dopo un lungo percorso fatto di salite e di discese, di successi e di cadute sei finalmente riuscita a creare “DonnaON” un workshop/evento di due giorni completamente al femminile. Iniziamo con la domanda di rito: Carina Fisicaro, cosa si prova a vedere il proprio sogno avverato?
“Emozione, gratificazione, conferma, sfida. L’emozione è enorme, ma è forse la reazione più prevedibile. La gratificazione arriva dopo anni di lavoro “visionario”, durante i quali tu immagini un percorso e ti fidi del tuo istinto, ma non hai alcun riscontro pratico. La conferma è una sorta di “passaggio di livello” del tuo percorso: hai comunicato in maniera corretta, hai scelto e ti sei fatta scegliere dalle persone giuste al giusto momento del loro percorso di crescita, hai fatto bene il tuo lavoro e ottenuto il risultato. E dalla conferma arriva la nuova sfida, perché un sogno che si avvera è l’inizio, non la fine. Da quel momento ho iniziato a lavorare ancor più duramente, per migliorare quello che avevo creato”
Un evento al femminile rischiava di diventare un incubatore di competizioni, o di attriti
“Al contrario, si è rivelato esattamente come immaginavo: un momento di grande solidarietà dove le partecipanti, 300 donne, hanno condiviso, regalato, imparato, insegnato. Le donne sanno essere molto complici e solidali, se messe in condizioni di farlo; la natura stessa prevede che l’energia femminile sia costruttiva ed essenziale nei percorsi di crescita”
Come si arriva a costruire un sogno?
“Gli ingredienti sono tanti e tutti ugualmente importanti. I miei principali sono la fede e la determinazione. Non ho mai smesso di credere che il coaching fosse la mia strada e un evento al femminile un elemento importante per la crescita di tutte le donne con cui ero entrata in contatto. Ho fissato il mio obiettivo e non mi sono lasciata distrarre. Ma ci sono tanti altri elementi importanti: la disciplina, per esempio; lo studio; la scelta delle persone con cui costruire il proprio percorso; l’esercizio costante; il contatto con la realtà e il quotidiano anche quando si porta avanti un sogno che esiste solo nel tuo cuore e nella tua mente”
Ci sono stati momenti in cui hai avuto la sensazione di non farcela, o hai pensato di mollare?
“Non saprei come rispondere a questa domanda. Potrei dirti “sempre” o “mai”. “Sempre” perché ci sono centinaia di momenti in cui ci pensi: quando cadi, quando vai in libreria per un incontro e non c’è nessuno ad ascoltarti, quando persone che reputi amiche ti criticano o ti ostacolano, quando i risultati tardano ad arrivare, quando sei così stanca di tutto che pensi di gettare la spugna e arrenderti ad una vita mediocre. “Mai” perché se è il tuo sogno non puoi fare a meno di andare avanti. Come quando ti innamori, non puoi fare nulla per combattere quel sentimento. Ce l’hai dentro, non puoi smettere di amare. Ecco, quando sei sulla tua strada e segui il tuo sogno succede esattamente così; quando cadi ti rialzi, quando ti ostacolano cambi strada, quando sei stanca ti riposi; ti rialzi, asciughi le lacrime e continui per la tua strada. E vinci. Ma c’è un’altra cosa che non sottovaluterei: i segni. Qualcuno le chiama coincidenze, altri caso, altri fortuna. Di fatto sono quei piccoli eventi che ti portano a fare un altro passo verso il tuo obiettivo. Facci caso, nel momento in cui pensi che sia tutto perduto succede qualcosa che ti spinge ad andare avanti. Ancora un passo, ti dici, provo solo questo; e così ti rimetti in piedi e continui a camminare. Quando sei cresciuta abbastanza capisci che sono solo sfide che puoi affrontare, basta guardarle nel modo giusto. Ogni ostacolo ti insegna qualcosa, quando ti si ripresenterà saprai già come affrontarlo e come superarlo; meno cerchi di combatterlo meno sarà difficile da superare. Dipende tutto da te”
Qual è il prossimo sogno?
“Sempre lo stesso, non si limitava ad un evento. Voglio svegliare il più alto numero di coscienze femminili possibili. Penso che noi donne possiamo cambiare il mondo. Vedi Sabrina, le Donne non sono alla pari perché pensano di non potere. Se le Donne non hanno quello che vogliono è perché non lo vogliono avere. Durante DonnaON diciotto donne hanno dimostrato a 300 partecipanti in diciotto modi diversi che si può. Non possiamo raccontarcela più, dobbiamo iniziare a fare!”
Se non avessi fatto la coach per le donne cosa avresti fatto?
Ride e mi risponde con un’aria dispettosa “e se tu non avessi fatto la giornalista cosa avresti fatto?”
Niente, la giornalista
“E io la coach”
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