Cenare in un ristorante in sicurezza si può, e si deve

Perché il ristorante ritratto nella foto di questo articolo (scattata durante un pranzo realizzato in uno dei pochissimi giorni utili alle aperture consentite dal Governo) non può rimanere aperto e sopravvivere con le dovute sicurezze? E’ fin troppo facile osservare gli ampi spazi, i pochi avventori, le presenze rarefatte. Pochi, d’accordo, ma che, nel loro insieme, potrebbero forse salvare molti di quei locali altrimenti destinati a soccombere per colpa di una politica ottusa se non delirante.
Un supermercato è più affollato di un ristorante
Tutti ci siamo chiesti che cosa abbia, di meno rischioso, un supermercato, quasi sempre affollato, per poter restare aperto, in più di un ristorante da 100 posti a sedere, di cui ne potrebbero venire occupati non più di 20. Difficile comprenderlo. Venti clienti per una media di 30 euro a testa, moltiplicati per due (non si capisce perché la cena debba essere più letale di un pranzo), e magari su un doppio turno di prenotazione (quindi senza avventori improvvisati, ma solo quelli stabiliti in precedenza). Nelle tante assurde regole imposte dai vari innumerevoli Dpcm imposti dal Governo Conte, aggiungerne qualcuna perlomeno logica non avrebbe di certo danneggiato.
Un quinto della capienza basta per la sicurezza
Autorizzare un quinto della presenza totale dei posti a sedere, solo su prenotazione, eliminando la ridicola propaggine delle ore 18 come chiusura, e semmai eliminando l’asporto per evitare assembramenti, ma consentendo solo la presenza in loco. Ricapitolando: sui famosi 100 posti a sedere, potrebbero esserne occupati 20, moltiplicato per due, (o per quattro, se fosse consentito un doppio turno, per esempio ore 12.30 e ore 14, e ore 19.30 e 21). Fermandoci ai 40 coperti, per una media di 30 euro a testa, sarebbero 1200 euro al giorno, una cifra che da sola copre più dell’intero ammontare che il Governo ha elemosinato ai ristoratori, e spesso nemmeno arrivando a un minimo sufficiente per pagare le bollette telefoniche.
#IoApro, una protesta civile e consapevole
Sarebbe insomma bastato molto poco per evitare la catastrofe economica mantenendo la sicurezza sanitaria. Eppure le scelte del Governo continuano a essere assurde e incomprensibili e, addirittura, volgono a peggiorare la scena, accanendosi ancora di più sui proprietari di bar, cui verrà perfino impedito l’asporto dopo le ore 18. Anche per questo motivo saranno tanti i locali aperti per protestare, in civiltà e sicurezza, attraverso l’iniziativa #IoApro, il segno di un risveglio di un popolo che non vuole essere trattato come massa e richiede di tornare a quella dignità che solo il lavoro chiede, offre e regala.
Latest posts by Massimiliano Bordignon (see all)
- Milano AutoClassica 2022, un’edizione grandi numeri - 8 Dicembre 2022
- Milano Olimpica, se questa per voi è una città a Cinque Cerchi - 8 Dicembre 2022
- San Colombano al Lambro, ecco servito il vino di Milano - 28 Novembre 2022
Irene Antonucci, il nuovo sorriso della tv italiana
Sylvie Lubamba, solidarietà a Salvini
Risotto al burro e timo con tartufo bianco
Cambiare la nostra idea di cambiamento