Chiude “Le Scimmie”, storico locale milanese

Trentaquattro anni di musica live, luci, alcool e gli amici di sempre. Un ritmo incalzante di concerti, anteprime, revival e musica dal vivo di ospiti nazionali ed internazionali ha scandito il tempo de “Le Scimmie”, lo storico locale milanese sui Navigli per i milanesi e non. Adrenalina pura tra le pareti autografate da grandi e piccoli interpreti del panorama musicale lo rendevano unico si dall’aria che si respirava. Almeno fino allo scorso 17 marzo. Poi il locale al 49 di via Ascanio Sforza,ha alzato bandiera bianca e ha abbassato le saracinesche. Persino il sito in ristrutturazione oggi, diventa sinonimio di un silenzio che nulla a che fare con le vacanze. E assordanti come quell’insolita pace suonano le parolee del fondatore e storico direttore artistico Sergio Israel: «I costi ormai sono insostenibili, ci arrendiamo».
Le Scimmie si arrendono alle tasse, alla burocrazie, alla corsa ad ostacoli che per lungo tempo ne ha intralciato il passo. «Cinque anni fa abbiamo scoperto la crisi economica: poi amplificata dalla nuova licenza che ci ha chiesto di ribaltare la nostra mission, imponendoci lavori per riqualificarci come pubblico spettacolo e non più come ristorante con concertino. Poi è iniziata la crisi del quartiere». Dice ancora Israel al Correre della Sera. Le continue gimcane tra le isole pedonali. «Soluzioni zoppe che ci hanno man mano tagliato fuori, spingendo la gente altrove: il cantiere di piazza 24 Maggio ha definitivamente chiuso il nostro traffico», spiega Israel, l’uomo che agli albori degli anni ‘80 aprì il locale e lo battezzò scomodando Nietzsche («Una volta eravate scimmie, anche adesso l’uomo è più scimmia di tutte le scimmie»).
Negli ultimi mesi il braccio di ferro con la nuova proprietà: l’affitto raddoppiato. «Avrei sperato di arrivare a giugno, per compiere 34 anni di attività e incassare il tanto ventilato ossigeno di Expo», dice Israel mentre risponde ancora a telefonate di stranieri che vogliono riservare un tavolo nel locale di via Ascanio Sforza. «Colpa» delle guide che per anni hanno messo le Scimmie tra le tappe necessarie per scoprire l’anima culturale di Milano. «Invece, nonostante le illusioni seminate davanti a 10 mila milanesi il giorno dell’elezione, il sindaco Pisapia e la sua giunta non hanno mantenute le promesse di ricostruire e salvare i palchi dove si faceva musica dal vivo».
Ora che non c’è più una sede, si legge ancora sul Corriere, parte un calendario di eventi satellite promossi e organizzati dalle Scimmie. Lunedì prossimo la direzione artistica dei «Viaggi nel caffè letterario» in un ristorante di via Luini 9. Domenica 26 aprile, dirigendo una serie di live davanti a ogni locale della zona. In attesa di riaprire i giochi, magari emigrando dal lungomare del Naviglio. «Stiamo valutando l’ipotesi di spostarci all’Isola o in piazza Gae Aulenti, dove nonostante i costi d’affitto elevati l’affluenza giustifica gli sforzi». Negli anni le Scimmie è stato un mix di generi e generazioni, padre e figli, giovani e vecchi, ricchi e poveri, sperimentazione e tradizioni. «Il dilemma è se portare la nostra anima in una situazione nuova sia una resa ai tempi o la naturale evoluzione di un percorso acrobatico».
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DIO che schifo. Pisapia BLA BLA BLA come tutti i predecessori.