Climax di Gaspar Noé vince l’edizione 2018 del Festival di Sitges

Un festival che si è concluso ufficialmente con la proclamazione di Climax come miglior pellicola e la proiezione di 2001: Odissea nello spazio nella splendida sala dell’hotel Melià. Il tutto dopo che Ed Harris aveva illuminato il red carpet eclissando le polemiche digitali del pomeriggio.
Il testa a testa tra Climax del regista di origine argentina e passaporto francese Gaspar Noé e Lazzaro Felice della nostra Alice Rohrwacher ha tenuto tutti con il fiato sospeso fino all’ultimo momento. Alla fine, l’ha spuntata Climax, lasciando alla nostra portabandiera “solamente” il premio speciale della giuria, quello della critica e quello della giuria giovane.
Climax è conturbante, una storia originale e molto ben raccontata che stringe lo stomaco e incuriosisce morbosamente. Bayona, regista da sempre legato a doppio filo con il festival, lo ha definito “brutale, una delle esperienze cinematografiche più intense degli ultimi tempi”. La vicenda narrata è quella di un gruppo di street dancer francesi che vengono scelti per far parte di un’accademia e, prima di cominciare, organizzano un party per festeggiare. Nei loro drink, non si sa bene da chi e perché, viene messa della droga e la notte si trasforma in una specie d’inferno per ciascuno di loro. La musica, il ballo e gli effetti allucinogeni della droga sono i veri protagonisti di quello che possiamo a tutti gli effetti definite un horror-musical.
E Climax è solo la punta dell’iceberg, perché è certo che l’edizione 2018 del Festival di Sitges verrà ricordata per la qualità dei film in concorso, indiscutibilmente elevatissima. Tra quelli che abbiamo visto (circa una ventina in poco più di quattro giorni) ci permettiamo di segnalarne alcuni.
Il primo di questi è Overlord che giungerà nei nostri cinema a Novembre. Si tratta del racconto delle vicende di un gruppo di soldati americani paracadutati in Francia poco prima del D-Day allo scopo di distruggere una postazione radar nemica che si ritrovano invece a dover distruggere un laboratorio dove i nazisti svolgono esperimenti sugli esseri umani. Un incrocio tra Salvate il Soldato Ryan e Resident Evil che diverte e risalta per gli effetti speciali.
Menzione speciale anche per The Man Who Killed Hitler And Then The Big Foot, una storia davvero originale interpretata da un monumentale Sam Elliott. Il racconto, caratterizzato dai continui flashback del protagonista, si svolge in una specie di realtà parallela dove Elliot, ex soldato scelto dell’esercito americano, riflette su quello che ha dovuto fare per il proprio Paese e a cosa ha dovuto rinunciare nella vita per poter svolgere il proprio lavoro. Poetico e toccante.
Molto divertente anche il film argentino El Angel, che racconta la parabola criminale del giovane Carlitos. Un ragazzino di Buenos Aires con una dote innata per le rapine e la faccia da bravo ragazzo che ricorda il Vallanzasca di Kim Rossi Stuart. Sarà più complicato vederlo nelle nostre sale, ma se ne avrete la possibilità non perdetelo.
Sabato, poi, è stato il turno di Halloween. Undicesimo film della saga di Mike Mayers che però fa tabula rasa dei suoi predecessori in quanto sequel diretto della prima pellicola del 1978. Il film, che sinceramente non distacca per trama o effetti, merita di essere visto in quanto interpetato da Jamie Lee Curtis, che torna a far parte della storia proprio come nel primo film. Il rilascio internazionale del film è avvenuto proprio questo week end.
Interessante anche Upgrade, un thriller futuristico dove un uomo, reso tetraplegico da un incidente in cui ha anche perso la moglie, riacquista la mobilità grazie a un chip che gli viene inserito alla base del cranio. Peccato che, ben presto, questo chip si dimostri più intelligente del previsto e cominci a prendere il controllo dell’essere umano.
Infine, ci sembra doveroso citare An Evening with Beverly Luff Linn, un film comico (non se ne vedono tantissimi al Festival del cinema fantastico di Sitges) che ha tutto quello che serve per diventare un cult generazionale in stile Zoolander o – azzardiamo – The Rocky Horror Picture Show. Risate assicurate.
E questi sono solo alcuni dei film più interessanti visti a Sitges. Il consiglio spassionato è quello di dare un’occhiata a Climax e a tutti gli altri vincitori direttamente sul sito ufficiale del festival. Troverete certamente spunti interessanti.
Polemiche a non finire per il presunto colpo di genio dello youtuber Wismichu, che ha presentato Bocadillo, il film da lui stesso definito “un regalo al mondo del cinema”. La pellicola, che dura circa un’ora e mezza, non è altro che la ripetizione di una scena di due minuti in cui un ragazzo ordina un panino al bar. Il regista aveva posto delle telecamere in sala per filmare l’arrabbiatura degli spettatori paganti che, dopo aver fatto la coda per vedere quest’opera d’arte, si sono visti costretti ad assistere a questa specie di proiezione. Arrabbiatura che c’è stata eccome, tanto da parte del pubblico che da parte degli addetti ai lavori che hanno sottolineato come questa persona abbia di fatto tolto spazio a giovani registi che, magari, avrebbero avuto qualche cosa di meglio da mostrare. Nella giornata di ieri il direttore del festival Angel Sala si è scusato ufficialmente per l’accaduto ma ormai la figuraccia era stata fatta.
Meno male che ci hanno pensato gli ospiti dell’ultimo weekend a eclissare le polemiche. Ed Harris, Peter Weir (regista di The Truman Show), M. Night Shyamalan (regista del Sesto Senso) hanno partecipato con grande disponibilità e passione agli eventi organizzati in loro onore, facendo innamorare pubblico e critica con i loro racconti. Tre vite dedicate al cinema che incarnano perfettamente l’amore per il grande schermo che alimenta questo festival da oltre cinquant’anni.
Un Festival che non si smentisce mai, nel bene e nel male. Un evento che riesce a mantenere un’anima umana nonostante il numero sempre crescente di spettatori, che parla poco (e male) in inglese nonostante sia assolutamente internazionale, e che questa volta non è stato nemmeno accompagnato dal consueto bel tempo. Eppure a noi piace così, perché – comunque vada – sono i film i veri protagonisti di Sitges, e finché questi saranno della qualità vista quest’anno, continueremo a perdonare le piccole imperfezioni che inevitabilmente lo caratterizzano.
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