Condivisione digitale: la cosa giusta da fare

Aziende agili, professionisti motivati e tecnologie condivise
La condivisione è fondamentale.
Quando eravamo bambini, i nostri genitori ci hanno insegnato a condividere con la sola motivazione che questo fosse la cosa più giusta da fare. Oggi da adulti proiettati in un’era digitale, la sfida per la condivisione in modo efficace apre a nuove eccitanti possibilità.
In una moderna azienda, la condivisione di informazioni tra reparti dovrà essere la guida per la creazione e sviluppo di nuovi business. Gartner (leader mondiale nella consulenza strategica) ha previsto per il 2017 che le cosiddette tecnologie silo-busting saranno uno dei maggiori driver per lo sviluppo. Per silo-busting si intendono proprio degli strumenti che consentono di trascendere i tradizionali confini organizzativi. Questi permettono quindi di risolvere problemi e generare nuove idee al di là dei normali compartimenti in cui è tradizionalmente organizzata un’azienda.
Al posto delle suddivisioni organizzative, sorgeranno delle comunità virtuali che si formeranno sulla condivisione di idee e di progetti e il lavoro diventerà più agile. Una fluidità che in Italia è ancora in uno stadio solo iniziale. Secondo uno studio condotto da Intuit, negli USA invece, entro il 2020, il 40% dei lavoratori diventeranno imprenditori autonomi e le loro attività saranno svolte indipendentemente dal luogo fisico. Questi imprenditori autonomi potranno scegliere posti di lavoro temporanei in ogni parte del mondo e i datori di lavoro potranno optare per i migliori professionisti a seconda del progetto specifico e oltre i propri confini geografici.
In uno scenario di questo tipo, la condivisione delle informazioni acquista un’importanza ancora maggiore. Si stanno introducendo metodi che rendono il lavoro condiviso su internet ancora più sicuro per le aziende. Nel mondo della finanza sono stati già introdotti sistemi di pagamento condivisi come quello dei bitcoin, monete elettroniche che non hanno un ente fisico centrale di conio. Nel futuro sono previsti consistenti investimenti sui cosiddetti blockchain o database distribuiti. Si tratta di record di dati digitali a prova di manomissione. Gli utenti possono accedere, controllare o aggiungere dati ma non possono cambiare o eliminare il file. Le informazioni originali restano contrassegnate e lasciano una scia permanente di informazioni. Sette grandi banche europee stanno già collaborando su una nuova piattaforma commerciale basata sul blockchain. Questo approccio non è esclusivo dell’ambito finanziario e ha dei vantaggi assoluti come la trasparenza, la facilità di accesso, l’attendibilità e l’innovazione.
Le nuove possibilità offerte dalla condivisione digitale creano nuove sfide. Privacy e attacchi alla sicurezza sono le prime due spine nel fianco di questo nuovo modo di concepire lo scambio di informazioni. Per capire la portata di queste preoccupazioni, basta pensare a esempi più legati alla nostra vita quotidiana come la condivisione di nostre informazioni personali su Facebook o la condivisione dei nostri spostamenti su Uber o ancora la condivisione delle nostre mete di viaggio su Airbnb. La garanzia di sicurezza dovrà obbligatoriamente seguire lo sviluppo legato alla condivisione di informazioni.
La sfida è lanciata. Quello che solo 10 anni fa sembrava impossibile, oggi è realtà. Con la giusta attenzione all’innovazione, le aziende non saranno più nettamente divise per compartimenti, i professionisti potranno ambire a lavorare su progetti stimolanti, i sistemi di scambio di informazione saranno accessibili alla maggior parte degli utenti, la condivisione sarà la cosa più giusta da fare come ci dicevano i nostri genitori.
Liberamente ispirato da “Our Biggest Digital Challenge: Sharing” su cmswire.com
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