Coppia uccisa a Pordenone: continuano le indagini mentre si dispone sulla sepoltura

Una lotta contro il tempo quella che gli inquirenti stanno facendo cencando scorci di verità mentre la vita di Teresa e Trifone scorre tra le loro mani.
Vite spezzate martedì scorso da qualcuno che, ovunque sia, inizia a sentire il fiato come le prede di una battuta di caccia, temono i cani che annusano il loro passaggio. Si passano a tappeto i tabulati telefonici, si spulciano ad una ad una tutte le mail, i messaggi, si interrogano amici, conoscenti, familiari. Si vagliano tutte le possibilità più o meno plausibili per cercare di risolvere il caso della coppia uccisa senza pietà all’interno dell’auto parcheggiata fuori dal Palazzetto dello Sport di Pordenone martedì sera.
Resta in piedi la pista dell’omicidio passionale visto che i due, tra l’altro, non passavano inosservati. Belli e impossibili al punto da indurre spasimanti di lei o di lui ad uccidere. Ma gli amori malati non sono gli unici che in questo momento scandiscono il tempo delle indagini. Il fascicolo resta aperto, dunque, cercando luce nelle notti in discoteca dove Teresa, 30 anni, che, dopo la laurea alla Bocconi di Milano, conseguita nel 2010, arrotondava lo stipendio di assicuratrice facendo la ragazza immagine sotto il nome di “Greta”.
La ragazza, dopo aver accompagnato il fidanzato all’allenamento quotidiano, era uscita per alcune commissioni, parcheggiando al ritorno l’utilitaria nel medesimo posto dove è stata freddata poco dopo. Se l’assassino avesse voluto, quello sarebbe stato il momento ideale: sola, al buio e scongiurando il rischio di una reazione del pesista, militare esperto e capace di difendersi.
La coppia non passava inosservata soprattutto dopo la partecipazione a concorsi di bellezza che gli permettevano di poter incassare, oltre alle approvazioni di questo o di quell’altro sesso, un gruzzoletto dopo essere stati protagonisti, come comparse ,di alcune serate nei locali dell’hinterland milanese. Spasimanti gelosi, forse, avrebbero potuto mettere fine ad una storia d’amore perfetta. Ma ancora una volta, tutto questo non basta.
La verità si cerca anche all’interno del mondo delle palestre frequentato dal sottufficiale dell’esercito, Trifone Ragone, 29 anni, che, stando alle ultime indiscrezioni, pare facesse parte di un gruppo che commercializzava anabolizzanti.
Sottili si fanno le linee che dividono la verità dall’immaginazione di interrogati. Ma gli inquirenti non confondono le ipotesi dalla realtà.
E come se non bastasse, in questa storia di sangue e d’amore, si incrociano la via della mafia e della Sacra Corona Unita. Anche i collaboratori di giustizia hanno svuotato il sacco relativamente a tutto ciò che sapevano sulla vita ed il passato di Teresa (qui i dettagli), mentre la nonna di Trifone durante la trasmissione “Chi l’ha visto” ha fatto riferimento al perché il nipote si sarebbe arruolato: un tempo fotomodello, Trifone si era arruolato per seguire in qualche modo la strada del nonno, generale della Guardia di Finanza che per anni lottò contro la Sacra Corona Unita in Puglia.
Tutta la “mala” del sud, viene a galla intersecandosi con la storia della famiglia delle due vittime. E per i due fidanzati, arriva anche la voce dell’autopsia, che non aggiunge però nessuna novità rispetto ai risultati della tac cranica fatta subito dopo il tragico evento in cui, i primi riscontri balistici, rivelano che l’uomo sarebbe stato colpito da tre proiettili – due dei quali erano coperti da sangue rappreso tanto che inizialmente si era pensato ad un solo foro; la compagna invece da due proiettili. Colpi tutti esplosi da una pistola calibro 7.65.
Ed è di oggi la decisione, presa dalle rispettive famiglie, di far riposare i due fidanzati uccisi martedì sera in località diverse.
Per Teresa Costanza, è già stata depositata in Procura la richiesta di trasporto delle spoglie a Zelo Buon Persico (Lodi), la cittadina dove i genitori dell’assicuratrice abitano da alcuni anni dopo aver lasciato San Donato Milanese (dove giunsero una ventina di anni fa, provenienti dalla Sicilia).
Trifone Ragone, invece, riposerà a Adelfia (Bari), dove risiedono ancora i suoi genitori. Secondo quanto si è appreso, ci sarebbe al momento, ma la notizia dovrà essere confermata, la volontà di celebrare le esequie con una cerimonia di suffragio unica, nella cappella dell’obitorio di Pordenone.
Al momento di ricordo parteciperanno anche gli amici della Pesistica Pordenonese e i commilitoni di Ragone della caserma «De Carli» di Cordenons. Per la cerimonia però, occorre il nullaosta della Procura che potrebbe essere rilasciato nei primi giorni della prossima settimana.
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