Daisy Osakue aggredita da due cretini

Lo abbiamo letto su tutti i giornali, sentito ai telegiornali. La notte scorsa un’atleta della nazionale italiana, Daisy Osakue, è stata colpita ad un occhio da vandali che le hanno causato un’abrasione ad un occhio. Grande spavento che fortunatamente si è risolto con una medicazione e la raccomandazione di riposare per qualche giorno e mettere il collirio. Giovedì la vedremo gareggiare agli europei di Berlino e sono abbastanza certa del fatto che quel giorno scopriremo una nazione appassionata di lancio del disco della nazionale U23.
Le reazioni all’aggressione di Daisy Osakue
Le reazioni sono state quelle che ci si aspetta nel clima di intolleranza che sta invadendo la nostra penisola: accuse, illazioni, proteste. Le prime notizie parlavano, ovviamente, di aggressione a sfondo razzista. Ne hanno parlato tutti i giornali, hanno titolato i pezzi “Lo hanno fatto apposta” “Volevano colpire una ragazza di colore” “Cercavano una ragazza di colore”. Lo ha detto anche Daisy Osakue, ma da lei ce lo aspettiamo. Giovane, spaventata, arrabbiata. In realtà però sarebbe stato sufficiente leggere gli articoli per scoprire che gli inquirenti escludevano la matrice razziale sin dall’inizio. E l’idea che fosse un’aggressione “semplice” si basava su un motivo semplicissimo: in quella zona da diversi giorni dei cretini con un furgone stanno lanciando uova contro i passanti. Donne, uomini, anziani, ragazzi, bianchi, neri. Solo che due cretini con le uova non fanno notizia, e soprattutto non sono funzionali all’inasprimento del clima che stiamo vivendo. Due cretini con le uova che colpiscono una ragazza di colore sì, eccome.
Il ruolo della stampa
Non possiamo fingere di non notare il ruolo dei giornalisti in questo momento delicato. Pur di racimolare due click in più non ci si fa più scrupoli a usare titoli spazzatura. Pur di fomentare gli animi non si lesinano giochini di parole e insinuazioni che su una popolazione già incattivita hanno l’effetto di benzina sul fuoco. Ma se avessero detto la verità chi li avrebbe letti?
Facciamo un gioco: riscriviamo i titoli. “Daisy Osakue colpita da vandali che operano da giorni nella zona” “L’atleta sfortunata è la decima vittima di un mini branco di idioti” “Gli idioti delle uova colpiscono ancora”. Ora, siate sinceri: avreste mai letto un articolo con questo titolo? No, vero? Eppure questo è quello che è successo. Questo è quello che i giornalisti avrebbero dovuto dirvi.
Ma soprattutto i giornalisti si devono basare sui dati, non sulle emozioni. Leggerli e scriverne con professionalità, senza atteggiamenti di destra o di sinistra. E se non ci sono informazioni certe devono sospendere il giudizio; altrimenti fanno i politici, gli attivisti. Non i giornalisti.
Da un uovo alla nuova persecuzione razziale
Dall’aggressione a Daisy Osakue si sono scatenate le folle. C’è chi snocciola numeri da fine del mondo sull’ondata di razzismo sostenendo che stia causando morti e feriti in percentuali decuplicate rispetto a sei mesi fa (falsi). Chi agita lo spauracchio del nazismo citando fonti (false) e testimonianze create con grande fantasia. Il risultato è uno solo: stiamo creando una spaccatura tra le persone che non aiuta nessuno. Non aiuta noi, non aiuta i migranti, non aiuta il governo. Non serve a niente.
La soluzione
Non so, onestamente, se ci sia una bacchetta magica per far tornare tutti alla ragione. So per certo che abbiamo tutti un ruolo, che possiamo tutti fare qualcosa. Noi giornalisti possiamo dare informazioni corrette, come abbiamo visto, e comunicare dati reali su cui le persone possano basarsi. I nostri lettori possono leggere con spirito critico e formarsi un’idea basata su fatti, lasciando da parte le emozioni. I leoni da tastiera potrebbero farsi una vita, o farsi curare da qualcuno bravo. Ma questa la vedo più difficile. Non ci resta che iniziare da soli, giornalisti e lettori, e sperare di creare un’onda contraria a quella che stiamo vivendo.
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