Delazioni e Black List, ecco a voi la Milano del Covid-19

La Milano da Bere non abita più qui. E la Tisana della Buonanotte stavolta è difficile da trangugiare. Dopo oltre un anno di chiusure il cuore e il cervello dei milanesi si è contorto, rabbuiato, raggrinzito. Restare calmi diventa un ‘optional’, ragionare di testa propria ancora più una rarità.
Insulti per chi la pensa diversamente
E così la recente serata del 15 gennaio, quel #IoApro gridato con disperazione da parte di ristoratori e altri commercianti ridotti ormai sul lastrico, è servito ancora di più a dividere la gente, una patetica ‘guerra fra poveri’ in cui il puparo di turno ha saputo intingere con sapienza il biscotto per provare ancora più gusto nelle macabre manovre di chi, al comando, sta gestendo il galeone nazionale verso le secche di una crisi epocale.
La scelta coraggiosa di chi ha detto ‘no’ all’isteria pandemica, di chi ha deciso di opporre alle clausure assolutiste delle aperture ragionate, è naufragata in un golfo irto di insulti e dileggio, di norme e guazzabugli legislativi, dedalo da cui pare sempre più impensabile potersi liberare. E, siccome è più facile schierarsi dalla parte di chi vince, ecco che il web si è scatenato, sentenza di cassazione popolare, un giudizio da cui nessuno di questi ristoratori mai ristorati è potuto scappare né scapperà.
Nasce una ‘lista nera’ per i ristoratori
C’è addirittura chi ha lanciato, sempre tramite quel web ormai sempre più posseduto dalle forze globaliste e normalizzatrici, l’idea di creare una vera e propria ‘black list’, ovvero un elenco di tutti coloro che si siano ‘macchiati’, tenendo aperto il proprio locale il 15 gennaio, di una sorta di ‘crimine contro l’umanità’. “Criminali” li ha definiti un giornalista del calibro di Peter Gomez, e la voce si è sparsa a macchia d’olio. Seguendo l’esempio di ‘sentinelli’ raffazzonati in pochi secondi, anche i benpensanti dei ‘social’ sono assurti a ‘guardie del Covid-19’, pronte a smascherare tutti coloro che, a loro insindacabile giudizio, si siano macchiati dell’orrendo reato di non volere abbassare la testa di fronte all’inevitabile, che ormai tutti danno per scontato. Chi non ci sta, chi pensa ‘altrimenti’ (per citare Diego Fusaro) è da rienersi ‘razzista, fascista’ e comunque ‘ista’, magari secondo il ben noto ‘metodo Murgia’ (la brillante scrittrice che, scavando nell’inconscio umano, ha prodotto il libello “Istruzioni per diventare fascisti”). Delazioni e ‘black list’, la Milano Covid-19.0 è nata, forse, proprio questo 15 gennaio. Una Milano sempre più sonnolenta e immersa nel letargo della ragione, sollecitato appena dal ticchettio dello scorrere dei decreti di un Governo lontano e virtuale. Beviamo insieme la tisana della buonanotte. Passerà, forse.
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