Dolore e Gloria, il nuovo film di Pedro Almodovar

Con Dolere e Gloria Almodovar ci racconta un pezzo della sua vita di artista, di uomo, di amante. Una storia autobiografica piena di sentimento e impreziosita dal grande senso estetico che da sempre caratterizza il lavoro del regista spagnolo.
Dolore e Gloria ricorda Otto e Mezzo, di Fellini. Tanto per le evidenti somiglianze nei ruoli dei personaggi quanto per l’onestà con cui l’autore si mette a nudo. E se nella pellicola felliniana spiccava l’interpretazione dell’indimenticabile Marcello Mastroianni, nel film di Almodovar riscopriamo un Antonio Banderas capace di interpretare un ruolo drammatico impeccabilmente.
Dolore e Gloria racconta la storia di Salvador Mallo (Antonio Banderas). Un regista affermato che, per ragioni di salute fisica e per colpa di una depressione ormai cronica, non gira un film ormai da anni. Viene da una famiglia umile, che si era trasferita in un paesello vicino Valencia quando lui era bambino. Studiando (in una scuola cattolica) scopre l’amore per il canto e poi per il cinema. Negli anni ottanta si trasferisce a Madrid, una città viva in cui imparerà a fare festa ogni giorno, e incontra Federico, l’amore della sua vita. Salvador, poco a poco, diventerà un grande regista ma perderà quell’amore e, forse proprio a causa di quella sofferenza, non riuscirà più a girare un film.
Il racconto della vita di Mallo avviene attraverso sogni e racconti, in un puzzle aggraziato fatto di momenti allegri e altri più complicati. Esperienze che segnano la vita e le scelte dell’uomo, incapace di abbandonare il suo passato – ancora una volta emerge forte la figura della madre, un classico per Almodovar – per vivere appieno le proprie passioni. Due ore di pellicola impreziosite da momenti di assoluta poesia e da ricordi vividi, come quando il protagonista racconta che “il cinema della sua infanzia odora di piscio”, riferendosi ai cinema all’aperto dove i bambini facevano la pipì proprio sotto quel grande schermo improvvisato.
Oltre al bravissimo Banderas, forse la sua miglior interpretazione di sempre, degna di merito anche la recitazione della “solita” Penelope Cruz, un’attrice molto vicina ad Almodovar. Il resto del cast, principalmente spagnolo, è meno conosciuto fuori dalla penisola iberica ma non per questo meno capace di reggere il colpo.
Parla con Lei valse al regista l’ultimo dei suoi due Oscar. Vedremo se la storia di Salvador Mallo, che è quasi l’anagramma di “Almodovar”, gli permetterà di aggiungere una nuova statuetta alla sua personale collezione.
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