Efficienza energetica: anche le case inquinano

L’efficienza energetica è un tema fondamentale da affrontare all’interno delle nostre città. Se ne è parlato al 4° Forum Energia, organizzato da ENGIE con la collaborazione di Anci, The European House – Ambrosetti e Politecnico di Milano, andato in scena al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.
Alla presenza di alcuni fra i più importanti esperti del settori e amministratori pubblici, è emerso che in Italia, il 55% delle abitazioni ha oltre 40 anni di età, percentuale che sale al 75% nelle città metropolitane.
Questo ha conseguenze sia ambientali che economiche. Solo per l’edilizia pubblica (scuole comprese), per esempio, il costo del riscaldamento è quasi di due miliardi annui (in crescita: 1,6 miliardi nel 2007).
Il tema inquinamento è associato automaticamente alla mobilità. Eppure, sul totale dei consumi di energia, il segmento ‘residenziale’ pesa per il 29%, vicino al 33% dei trasporti e comunque di molto superiore al 23% di tutta l’industria, al 13% del terziario, al 2% dell’agricoltura.
La conseguenza è che i nostri edifici inquinano più delle automobili. La qualità delle città, infatti, è influenzata non solo dal traffico, come comunemente si crede, ma sempre più dall’arretratezza del patrimonio edilizio, responsabile di più del 50% delle emissioni di biossido di carbonio (CO2) e sino al 30% delle emissioni di particolato (PM). Interventi, anche limitati, sui sistemi di riscaldamento e condizionamento degli edifici, nei soli 20 capoluoghi di Regione, ridurrebbero le emissioni dal 10% al 50% e determinerebbero ricadute positive sulle imprese Italiane attive nella filiera dell’efficienza energetica sino a un miliardo di euro di volume d’affari.
Nella città di Milano, come ha evidenziato lo studio presentato dal Politecnico, sostituendo il 10% circa degli impianti più vecchi e meno efficienti con impianti più moderni, si otterrebbe una riduzione delle emissioni pari al blocco del traffico per ben sei settimane.
Inoltre, mentre il trend delle emissioni di polveri sottili da trasporto su strada ha subito negli anni un forte rallentamento (adozione veicoli ‘euro’), riducendosi negli ultimi vent’anni del 60%, quello legato al riscaldamento degli edifici è aumentato, doppiando i livelli del 1990 e risultando tre volte superiore ai valori del trasporto su strada. E non potrebbe essere diversamente, se il 56% degli edifici Italiani è nella classe di efficienza energetica più bassa (G) e solo il 2% in classe A.
Se si ponesse finalmente al centro delle sue scelte strategiche il tema del ‘riscaldamento sostenibile’ l’Italia rafforzerebbe ulteriormente la sua posizione fra i leader mondiali dell’efficienza energetica, che già oggi la vedono, complessivamente, al secondo posto dopo la Germania e a pari merito con il Giappone; o al primo posto per efficienza energetica nei trasporti (a conferma della focalizzazione delle politiche nazionali su questo aspetto).
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