El Ataúd de Cristal. Il nuovo film di Haritz Zubillaga

Davvero pensi di essere una brava persona? Rispondere a questa domanda è molto più difficile di quanto si possa pensare.
Amanda (Paola Bontempi) di mestiere fa l’attrice, ed è pure molto brava. Tanto brava da essere invitata a ritirare un premio alla carriera. Qualcosa di importante, con tanto di limousine che l’attende sulla porta di casa per portarla alla festa.
Inizia così El Ataúd de Cristal, il primo lungometraggio di Haritz Zubillaga, giovane regista spagnolo autodidatta. “Non ho studiato in alcuna scuola di regia, ho iniziato da bambino con la videocamera di mio padre, quella delle vacanze. Ho guardato un sacco di film e imparato provando”, mi racconta nello splendido giardino dell’hotel Melià di Sitges. Dalle sue parole traspaiono l’emozione di chi sta per vivere il proprio esordio (il giorno seguente) e la voglia di goderselo di chi sa di avere lavorato sodo per meritare quel successo.
Torniamo alla pellicola. Quella che per Amanda sembra essere la serata perfetta, ben presto si trasforma in una specie di incubo fatto di violenza fisica e psicologica. La limousine non la porta dove avrebbe dovuto ed una persona misteriosa, con una strana voce al limite dell’umano, le ordina di seguire i suoi ordini se vuole sopravvivere. Amanda, pensa ad uno scherzo e non prende sul serio quella raccomndazione ed è proprio per questo che subisce la prima di una serie infinita di violenze. L’autista della limousine, a volto coperto, entra nella parte dedicata agli ospiti, dove la donna siede sola, e la massacra di botte.
Paola Bontempi, splendida attrice spagnola con un pizzico di sangue italiano (nonno paterno di Ancona, parenti a Roma e Torino) e che aveva già lavorato con Haritz Zubillaga nel corto She’s lost control, interpreta magistralmente un ruolo complesso come quello di Amanda.
“È stato, senza dubbio, il ruolo più impegnativo e difficile della mia carriera. L’intero processo è stato intenso, sono cresciuta molto come attrice grazie a questo progetto”, racconta Paola, sottolineando poi come l’intesa tra Regista ed Attrice abbia contribuito in maniera fondamentale alla bontà del risultato finale.
“La mia implicazione è stata totale ed assoluta grazie alla fiducia che ho per Haritz Zubillaga. Per la preparazione del personaggio ho affrontato il buio, la sofferenza, il dolore fisico ed emotivo, la claustrofobia, confrontandomi con i fantasmi che tutti noi – Amanda compresa – abbiamo. Mi aspettavo che sarebbe stato intenso, perché sono sola per la maggior parte del film. Certamente un’esperienza straordinaria.”
El Ataúd de Cristal si svolge per oltre il 90% all’interno della limousine e con una sola persona al centro dell’obiettivo. Una situazione complessa per qualsiasi regista ma che non ha spaventato Haritz Zubillaga che, oltretutto, ha gestito interamente il ciclo di vita del suo film. Dalla scrittura della sceneggiatura fino al montaggio finale. “Mi piace partecipare a tutte le fasi di realizzazione”, dichiara con gli occhi pieni di passione.
Gli chiedo se ci sia un regista che consideri un maestro “Alfred Hitchcock, anche se in El Ataúd de Cristal credo si possa notare l’influenza del regista italiano Mario Bava“. Chapeau. Chiedo se è stato complicato passare dal girare un corto al girare un film. “E’ semplicemente un altro sport” dice, “in un corto hai sempre tutta la storia in mente, in ogni momento sai dove ti trovi e cosa viene dopo. In un film questo non accade”.
Sia Haritz Zubillaga che Paola Bontempi parlano di questo film lasciando trasparire grande amore ed una grandissima dedicazione. Entrambi hanno dato molto per potersi permettere questa carriera cinematografica, ma nessuno dei due lo vive come un sacrificio.
Paola ha studiato e vissuto negli Stati Uniti ed a Londra, dove – per altro – sarà presto protagonista di una serie TV targata BBC. “Ho avuto la fortuna di avere l’appoggio della mia famiglia e di potermi dedicare totalmente a fare quello che mi piaceva, ovvero recitare. Per quanto riguarda la serie, si tratta di Six Wives, dove interpeto Catalina de Aragón. Un personaggio incredibile. Catalina si sposò con Enrico VIII diventando così la regina d’Inghilterra per 20 anni”.
Haritz, originario di Bilbao, non considera un sacrificio tutto quello che ha dovuto fare per diventare l’astro nascente del cinema spagnolo. “Certo che questo tipo di vita non è compatibile con molte cose della vita che la gente considera ‘normale’, ma ho la fortuna di essere circondato da persone che amano il cinema come me, a cominciare da mia moglie. Sono felice”.
E’ un piacere chiacchierare de El Ataúd de Cristal con questi due artisti. Il film mi è piaciuto, nonostante non si tratti di una pellicola facile da vedere. Sia per la scena costantemente claustrofobica e mono-personaggio, sia per l’elevato tasso di violenza. Elementi che, comunque, non impediscono allo spettatore di porsi la domanda alla quale sarà la stessa Amanda a dover dare risposta per riuscire a salvare la propria vita: pensi di essere una brava persona? Pensi di ricordarti tutte le azioni che hai compiuto e che possono far pendere l’ago della bilancia da una parte piuttosto che dall’altra?
La risposta è, come spesso succede, dentro di noi. Auguriamoci solo che per trovarla non dovremo passare per il martirio subito dalla protagonista di questo film con il quale Haritz Zubillaga e Paola Bontempi ci hanno ricordato che, a certe domande, nessuno è in grado di sfuggire.
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