Expo, da cosa hanno distolto l’attenzione

Con 151 voti su 86 il 31 marzo del 2008 Milano strappava l’Expo alla turca Smirne. L’Italia quel giorno vinceva la prima di andata di un mondiale importante contro la Turchia. A farla vincere su quel piatto importante il 30 ottobre del 2006 aveva sottoposto al BIE (Bureau of International Expositions – Ufficio internazionale delle esposizioni) tante proposte ma soprattutto, tanti progetti. Si trattava di progetti così ambiziosi che era impossibile uscirne perdenti.
Quali fossero, ce li ricorda Massimo Melica sotto il suo cielo di bit:
La Bibilioteca Europea si proponeva di creare una “grande biblioteca pubblica” per un bacino di sette milioni di cittadini progetto sparito, scrive l’avvocato e continua,
La Città dello Sport si proponeva di creare un polo sportivo, con immenso stadio annesso, sui terreni di Rho-Pero…ma anche questo progetto, risulta sparito;
La Città della Giustizia si proponeva di creare a Porto di Mare, su un’area di 1 milione e 200 metri quadrati, entro il 2015 la nuova cittadella della giustizia. Inizio lavori 2010 conclusione lavori 2015. Un progetto, questo, invece, mai partito;
Il CERBA (Centro Europeo di Ricerca Biomedica Avanzata) doveva sorgere nel Parco Sud, i terreni appartenevano alla Imco, la holding del gruppo Ligresti, che fallisce nel 2013. Anche questo progetto mai partito;
La Città del Gusto e della Salute doveva sorgere nell’ex macello tra via Lombroso e viale Molise progetto mai partito;
Le Vie di Terra e le Vie d’Acqua due progetti sulla mobilità: il primo sparisce del tutto, il secondo viene fortemente ridimensionato e non è ancora prevista la data di chiusura lavori;
Le nuove linee della Metropolitana sono nel caos. La Linea 4 da San Cristoforo FS a Linate Aeroporto 21 stazioni e 15 chilometri sostituita da bus navetta! La Linea 5 (che verrà presentata oggi) sarà finita di fatto ad ottobre per salutare l’Expo, per le altre l’eclissi è totale.
Durante questa partita giocata su un campo mai più competitivo come quello di una Milano ora capitale della cultura, ora del design, ora del cibo e del gusto, della tecnologia e perfino, nei giorni scorsi annoverata da qualcuno della scienza, c’è chi, mentre era troppo impegnato a giocare al gioco del conto alla rovescia, o a rovesciare tutto preoccupandosi affannosamente di dire “va tutto bene, ce la faremo” ha omesso di citarla anche tra le capitali delle mafie e del malaffare, del pressapochismo e del qualunquismo. Degli “amici degli amici”, del provincialismo, della facciata e dei paginoni…della cronaca nera.
A scrivere la storia, non saranno solo i giornali. Per fortuna. Né quelli della nera e della giudiziaria che hanno risucchiato l’Expo negli scandali dove da sola si è andata a cacciare, né quelli che hanno invece avvolto di internazionalità una Milano che stenta a parlare non solo la lingua inglese ma l’accoglienza che da ai visitatori o a chi questa città da straniero la vive quotidianamente, alle regolamentazioni dei contratti lavorativi offerti ai giovani. Ottiche ben lontane e diverse dai modelli europei a cui si ispira la città del panettun.
Non saranno nemmeno quelle pagine dei giornali che l’hanno resa principessa di questo o quell’altro appuntamento, dove gli unici a trarne vantaggio sono stati i politici di casa nostra. Troppo difficile riuscire a capire che un qualcosa dovrebbe per una volta essere donata a tutti. Tutti noi, ad un soffio (e questa volta per davvero) dall’inizio di questa grande Esposizione Universale.
Durante questo primo “girone di andata” di Expo, dopo averne viste di cotte e di crude e dopo non averne visto affatto, ci auguriamo per la dignità del Paese, di riuscire davvero a nutrire il pianeta, ancora una volta, nella partita di ritorno, che durerà sei mesi, con la parte buona della nostra cultura, il nostro cibo, le nostre idee, le nostre tradizioni.
Buon Expo a tutti!
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