Femminicidio Bergamo, continuano le indagini

Continuano senza sosta le indagini relative al femminicidio avvenuto lo scorso martedì a Bergamo che ha avuto come vittima la contabile quarantottenne Daniela Roveri. Gli inquirenti stanno scavando nella vita della donna per cercare un possibile movente ed arrivare ad una pista, al momento non viene scartata alcuna ipotesi. Lo scorso giovedì 22 dicembre è stato sentito un uomo con la quale la Roveri aveva una relazione al quale gli inquirenti sono risaliti visionando i tabulati telefonici della donna. Convocato per essere sentito, il compagno della donna avrebbe risposto a tutte le domande; ad oggi non risulta alcun provvedimento nei suoi confronti. Gli agenti stanno continuando ad interrogare vicini di casa, colleghi della ICRA spa, l’azienda meccanica dove la donna era dirigente, oltre allo staff e alle persone che frequentavano la sua stessa palestra, il “Club” di Azzano San Paolo.
La dinamica dell’omicidio sembra essere chiara, la donna rincasava dalla palestra dopo una giornata di lavoro, parcheggiata l’auto nella piazzola antistante la palazzina dove abitava a Colognola, si è diretta verso l’androne dello stabile dove è stata sorpresa e freddata dal suo assassino. A ferirla a morte, un taglio alla gola. E’ stata infatti trovata in una pozza di sangue da Marco Dozio (27 anni) un vicino di casa che, assieme al padre, ha chiamato il 113. Nel mentre, la madre della vittima, che abitava come la figlia nella stessa palazzina, preoccupata nel non vederla rincasare e dal telefonino staccato, è scesa per vedere se vi fosse almeno l’auto parcheggiata, e quando si sono aperte le porte dell’ascensore si è trovata di fronte la peggiore delle immagini, ovvero la figlia sgozzata in una pozza di sangue.
Sul luogo è intervenuta subito la scientifica, che ha constatato come all’appello manchi una delle tre borse appartenenti alla vittima, ovvero quella degli effetti personali, dove erano presenti il telefonino (che risulta scollegato) e il portafogli. Non sono invece state prese in considerazione dall’assassino di Daniela, nè la borsa del lavoro, nè quella della palestra. Non è esclusa nessuna pista al momento, neppure quella della rapina finita male, anche se secondo gli inquirenti sembra essere un’ipotesi poco credibile, vista l’efferatezza del gesto.
Daniela Roveri viene descritta da chi la conosceva come una persona tranquilla e soprattutto molto riservata. Pochi i suoi interessi; i viaggi, anche in paesi lontani, e la palestra; a differenza dei suoi contemporanei non era iscritta ad alcun social network. Particolarmente dedita al lavoro, in questo periodo avrebbe dovuto affrrontare un piccolo intervento chirurgico, rimandato però a causa dell’alto carico di lavoro presente in azienda.
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