I Dispersi, all’Out Off

Dal 17 al 22 ottobre, in 1a nazionale, in scena al Teatro Out Off, in collaborazione con Onion Square, Streghe & Fate, I DISPERSI. Di Fernando Coratelli. Regia Margherita Remotti. Con Alberto Barbi, Donatella Bartoli, Marco S. Bellocchio, Ilaria Fioravanti, Margherita Remotti, Lisa Vampa.
Nella redazione di una WebTv ai piani alti di un moderno Skyline. Entra una Donna senza nome che vuole denunciare una scomparsa. L’anchorwoman di punta del canale, Elda Moroni, le fa notare che ha sbagliato, la polizia è alcuni piani più sotto. La Donna afferma di cercare Elda Moroni che, lusingata, decide di ascoltarla. La Donna vuole denunciare la propria scomparsa. Elda capisce di avere di fronte il caso di cronaca più seguito del momento: una donna svanita che si è lasciata dietro il cadavere del marito e dei vicini di casa. Eccitata dal possibile scoop, la trattiene in redazione e chiama Marco, il regista, cameraman e tuttofare, e la sua collega Armida Lopriore, ombra e gregaria di Elda. La situazione però precipita. La Donna comincia a farneticare di apocalisse, invasione del loro mondo da parte di stranieri e guerra globale; accusa tutti loro di condurre un’esistenza scollata dalla realtà, in un mondo futuribile in cui la classe dirigente vive all’interno di Grattacieli autarchici, mentre il resto dell’umanità, nelle periferie, viene lasciata in balia di pestilenze, guerre e esodi.
A questo punto Armida, madre timorosa e influenzabile, dà credito ai deliri della Donna e comincia a perdere la ragione. Tuttavia, al culmine della ricostruzione dei fatti, le due anchorwomen cambiano maschera per esigenze di palinsesto. Entra in scena la stagista Adele: deve andare in onda il videogiornale. Le due speaker si rincorrono verbalmente in un crescendo di notizie terrificanti al limite del surreale. Finché in collegamento FaceTime dalle periferie compare il Colonnello Dietrich von Bern, che si dice abbia preso il potere e abbia iniziato la costruzione di un Muro per difendere l’antica Nazione. Da questo momento tutta l’opera gioca sull’inversione tra informazione e realtà, fino alla scena finale in cui non si distingue più cosa sia vero da cosa sia falso.
Tra contemporaneo e futuro, tra presente e richiami del passato, con musiche e scenografie originali studiate apposta per l’opera, I dispersi è una pièce in cui niente è quello che sembra, in cui escono allo scoperto le più profonde paure che abbiamo dentro di noi, amplificate nella nostra contemporaneità dalla cassa di risonanza dell’informazione, dell’essere connessi, del sentito dire che diventa realtà, dal grattacielo delle fake news.
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