I ‘predatori’ di Nuzzi presentati a Palazzo Cusani

Gli antichi saloni di Palazzo Cusani hanno fatto da sfondo a una serata che ha avuto in Gianluigi Nuzzi il grande protagonista con il proprio ultimo libro, “I predatori (tra noi)”. Un atto d’accusa verso una società che è il compendio di alcuni fra i casi di ‘violenza predatoria’ trattati da “Quarto Grado” il programma televisivo di ‘cronaca nera’ che lo stesso Nuzzi conduce da anni su Rete 4.
Una storia fatta di drammatici eventi reali
Organizzata, fra gli altri, dal Circolo di Cultura e Scienza Piri Piri e dal Club Lions Legalità e Società Civile (entrambi rappresentati sul palco dall’avvocato Edilberto Giannini), la serata ha visto la presenza di Isabella Merzagora, ordinaria di Crimonologia presso l’Università degli Studi di Milano.
E via via si sono succeduti, nella narrazione di Nuzzi, incalzato dalle domande dei presenti, alcuni dei fatti più terribili degli ultimi anni, che hanno coinvolto la società cosiddetta ‘civile’, dalle storie dell’orrore di Terrazza Sentimento, con i ‘predatori’ che assumono i nomi di Alberto Genovese e Antonio Di Fazio, fino all’immobiliarista di via Montenapoleone, Omar Confalonieri, che drogava e poi stuprava le donne cui si avvicinava con la scusa di intrattenere rapporti di lavoro.
Imprenditori multimilionari, spesso arricchiti all’improvvisi, giovani attratte dallo scintillio di party proibiti ma all’apparenza innocenti. Giochi perversi anestetizzati dall’uso di droghe e alcolici, ricatti che traggono alimento da promesse di scalata sociale altrimenti improbabile: Nuzzi non tralascia nulla, arricchendo il racconto di sconvolgenti dettagli ignoti ai più, ricavati da atti giudiziari inediti e da interviste esclusive con i protagonisti.
“Questi predatori non usano più il coltello”
Racconta Nuzzi: “Il libro nasce dall’esperienza di ‘Quarto Grado’, dove si sono evidenziati tutta una serie di casi giudiziari di predatori sessuali seriali, dai quali ho capito che non siamo più di fronte a casi singoli, ma a un fenomeno fatto di persone che non usano il coltello o la pistola per bloccare la vittima, ma usano il sorriso. Sono persone molto subdole, usano benzodiazepine, usano le cosiddette droghe dello stupro e noi siamo fondamentalmente impreparati a intercettarli ed evitare che questi mettano le mani sulle persone a noi care”.
“Il filo conduttore è il disprezzo per le donne”
Spazio anche per la professoressa Merzagora, una delle più illustri studiose italiane del pensiero criminale: “Dal punto di vista del criminologo queste vicende sono ubique, non certo milanesi, ma urbane, rurali, italiane e non solo. Inoltre non sono solo dell’oggi, perché nefandezze fatte da potenti, grazie alla protervia del loro potere, ne abbiamo viste anche nel passato. Forse adesso fanno più scandalo, e questa è forse una bella notizia, perchè abbiamo delle pretese di maggior sicurezza. Credo che il filo conduttore fra tutti questi fatti sia il disprezzo per le vittime, che poi sia il disprezzo per le donne”.
Latest posts by Massimiliano Bordignon (see all)
- Lituania-Italia, due giorni per rafforzare i legami economici - 13 Marzo 2023
- Il Paese Ritrovato, un luogo di speranza per le demenze - 8 Marzo 2023
- BPCO ZERO WEEK, un evento dedicato ai pazienti - 24 Febbraio 2023
Irene Antonucci, il nuovo sorriso della tv italiana
Sylvie Lubamba, solidarietà a Salvini
Risotto al burro e timo con tartufo bianco
Cambiare la nostra idea di cambiamento