Il Messico nascosto: la foresta di mangrovie

Per visitarla, una volta entrati a Celestún, bisogna cercare il “Parador Ecoturisitco Maglares de Dzitun”, un’impresa locale di ecoturismo gestita da due ragazzi del posto: Raygaspar e Josè. Solo con loro è possibile attraversare per intero la foresta di mangrovie. Tutte le altre organizzazioni offrono tour su affollate barche a motore con le quali è impossibile entrare nel cuore della foresta.
Quando il tour in barca finisce, Raygaspar ci porta verso la laguna e la palude, dove rimpiango le mie scarpe da trekking lasciate in macchina a favore delle infradito. Questo posto è conosciuto infatti come “el paraiso” dei boa.
Il nostro cammino termina nel bosco pietrificato dove i resti fossili degli alberi contrastano con il verde lussureggiante che ci circonda. Da lì, la nostra guida ci riaccompagna alla base a bordo di uno scoppiettante scooter con tanto di carrettino costruito a mano.
Come abbiamo fatto a trovare questa organizzazione eco-friendly “Parador Ecoturisitco Maglares de Dzitun”? Chiedendo alle persone del posto. Cercavo qualcuno che ci accompagnasse, senza turisti, nella visita della Riserva. Ed ecco che salta fuori il nome di Raygaspar e Josè.
Credo fortemente nell’eco-turismo, nel totale rispetto per le usanze e tradizioni del posto. Cerco di sostenere solo le realtà locali, fuggendo da tutte le organizzazioni turistiche che tolgono la peculiarità dei luoghi.
Questo, per me, è il modo migliore per entrare a contatto con i mondi che visitiamo. Il modo migliore per essere dei viaggiatori e non dei turisti.
Come diceva Einstein? “Colui che segue la folla non andrà mai più lontano della folla. Colui che va da solo sarà più probabile che si troverà in luoghi dove nessuno è mai arrivato”.
Non vale la pena allontanarsi dalla massa di turisti per scoprire da soli questi paradisi sconosciuti?
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