Influenza in arrivo, ma gli anziani non si vaccinano più

Arriva l’inverno, e con esso l’influenza. Al Circolo della Stampa di Milano è stata presentata un’indagine Metis sebbene il 99,7% dei medici consideri la vaccinazione anti influenzale uno strumento di prevenzione importante, solo il 30% si dice soddisfatto delle azioni messe in atto per promuovere la vaccinazione degli over 65 anni, la categoria più esposta ai rischi dei virus.
L’importanza della vaccinazione viene sottolineata da Michele Conversano, igienista e presidente di HappyAgeing: “E’ stato dimostrato come il vaccino influenzale adiuvato con MF59 evochi negli anziani una risposta immunitaria significativamente superiore rispetto ai vaccini trivalenti convenzionali. Ciò permette di ridurre il rischio di ricovero ospedaliero del 25%. Nell’anziano la vaccinazione produce un’immunità reattiva anche contro ceppi influenzali non inclusi nella formulazione del vaccino, offrendo così una protezione più ampia verso le varie tipologie di ceppi circolanti”.
L’influenza stagionale, pur avendo un impatto epidemiologico rilevante – lo scorso anno è stato colpito il 10% della popolazione mondiale pari a oltre sei milioni di persone – viene ancora oggi sottovalutata e talvolta confusa con le sindromi para-influenzali. Manca soprattutto la consapevolezza che nei soggetti a rischio l’infezione possa portare a delle gravi conseguenze, sebbene ogni anno si contino in Italia in media circa 8mila decessi direttamente correlati alle complicanze da influenza, di cui il 90% riguarda gli over 65.
Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore della Sanità, spiega: “In questi anni abbiamo registrato un progressivo calo delle vaccinazioni, soprattutto nella popolazione anziana, tanto che, guardando ai dati, con lo scorso anno possiamo dire di avere fatto un salto indietro di ben 15 anni in termini di coperture vaccinali, tornando ai livelli della stagione 2000-2001 e arrivando a vaccinare a malapena il 50% nella popolazione anziana” spiega. “Gli ultimi dati della rilevazione Influnet, aggiornati al 15 novembre, mostrano un progressivo aumento dei casi, che hanno superato quota 193mila. Ancora non siamo nella fase epidemica, ma il picco del contagio è atteso tra dicembre e gennaio, ed è quindi importante proteggersi per tempo con la vaccinazione”.
Oltre ai benefici in termini di salute pubblica, la vaccinazione anti influenzale rappresenta la strategia di prevenzione con il miglior profilo di costo-efficacia; come dimostra una recente analisi il Servizio Sanitario Nazionale otterrebbe un risparmio pari a 3,6 milioni di euro annui. Un modello di simulazione farmaco-economica realizzato in Italia chiarisce inoltre che, preferendo la vaccinazione influenzale adiuvata con MF59 rispetto al vaccino convenzionale si otterrebbe un ulteriore risparmio dell’11,8%, pari a 80 milioni di euro, in parte ascrivibile al numero di ricoveri ospedalieri evitabili.
In una società che invecchia i vaccini anti influenzali rappresentano quindi una vera e propria arma di difesa, una sorta di ‘chiave della longevità’ che permette di invecchiare in salute evitando le complicanze correlate. Resta fondamentale il ruolo del medico di medicina generale, quale punto di riferimento dell’assistito, cui spetta la valutazione della storia clinica del paziente per definire l’approccio vaccinale più indicato, ma soprattutto efficace.
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