Influenza di massa per l’inverno, previsti 11mila morti

Sarà un inverno carico di influenza, quello che attende gli italiani, e di conseguenza i milanesi. Sono infatti previsti fino a sette i milioni di persone che, in Italia, saranno costrette ‘a letto’ dai virus influenzali, contro i cinque circa dell’anno scorso. Di conseguenza funeste anche le previsioni sui decessi: circa 11mila, contro gli 8mila della stagione 2015-16.
Lo afferma Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore del Dipartimento Scienze biomediche per la Salute dell’Università di Milano. Ma,come spesso capita in questi casi, “tutto dipenderà anche dal meteo. Se quest’inverno dovesse essere più lungo e freddo, sicuramente si avranno più pazienti influenzati. Se al contrario sarà ancora un inverno mite, saranno più ‘miti’ anche le conseguenze”.
Virus influenzali e parainfluenzali, con un inizio difficile da prevedere, anche se, logicamente, le cose si faranno serie quando la temperatura scenderà bruscamente a valori bassi per almeno una settimana.
Pronti anche i vaccini: “Saranno di due tipi – spiega Pogliasco – il ‘trivalente adiuvato’, soprattutto per le persone anziane o a rischio, e il ‘quadrivalente’ per gli adulti. Quest’ultimo costa di più e non tutte le Regioni ne hanno acquisito grandi quantitativi”.
Sebbene nell’ultimo inverno sisia arrestato il trend al ribasso delle vaccinazioni, da unsondaggio effettuato emerge che più di un italiano su due preferisce, per combattere l’influenza, affidarsi a metodi più classici e meno clinici, come coprirsi bene e lavarsi spesso le mani, e c’è addirittura un 18% che non fa nulla. Fra i cosidetti ‘rimedi della nonna’ (36,6%) Pregliasco boccia il latte caldo con il miele, “perché il latte – spiega – ha l’effetto di fare aumentare il naso chiuso”.
Sfatato anche il mito del combattere la febbre a tutti i costi: “E’ bene agire sulla febbre – dice Pogliasco, riferendosi alle mamme ansiose nei confronti dei propri figli – ma in modo misurato, senza eccedere, perché la febbre ‘mette a disagio’ il virus, aumenta la circolazione del sangue e con essa quella degli anticorpi contro il virus. Se invece è troppo bassa può favorire la proliferazione del virus. Quindi, se è meno di 38, si può tollerare”.
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