Inzago, il sindaco non chiude il centro islamico “La Stella”. Lega: “Scelta scandalosa”
Il sindaco di Inzago, Benigno Calvi, eletto in una coalizione di centrosinistra, non chiude il centro islamico La Stella. La decisione verrà annunciata stasera durante il Consiglio comunale, contrariamente alla richiesta di chiusura della Lega formulata lo scorso gennaio in un’interrogazione parlamentare, in cui il centro viene definito “una moschea abusiva, priva di autorizzazioni”. Il luogo di culto era frequentato da Sergio Sergio, il padre di famiglia che ha abbracciato il fondamentalismo islamico e arrestato con l’accusa di terrorismo assieme alla moglie e alla figlia Marianna. L’altra figlia, Maria Giulia, è latitante: Si trova in Siria tra le fila dell’Isis.
La scelta del primo cittadino provoca la durissima reazione della Lega, che ha già annunciato battaglia e una serie di iniziative di protesta e mobilitazioni per il salvataggio della cosiddetta “legge anti-moschee” a forte rischio di incostituzionalità e per esprimere il proprio dissenso verso la scelta del primo cittadino di Inzago, definita assurda e scandalosa : “Quella del sindaco è una scelta scandalosa, presa per ignoranza. Paragonare un centro islamico frequentato da terroristi a un oratorio è inaccettabile”.
Calvi rivendica la legittimità della propria scelta e replica: “Dopo sei mesi di verifiche da parte della polizia locale e dei vigili del fuoco, possiamo affermare che non si tratta di un luogo di culto, ma di uno spazio dove vengono organizzate attività sociali, paragonabile a un oratorio cristiano”. Per prendere la decisione definitiva sul futuro del centro, che da anni occupa uno spazio di 100 metri quadrati al piano superiore di un supermercato, il sindaco ha voluto attendere i primi esiti dell’indagine sulla famiglia Sergio, convertitasi all’Islam radicale. “La Digos milanese mi ha rassicurato sul fatto che nessun tipo di attività terroristica è stata pianificata o organizzata nel centro”, dice Calvi.
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