“Io me la gioco” al Teatro Verdi e tu?

“Io me la gioco” si tratta di una nuova produzione del Teatro del Buratto firmata da Renata Coluccini ed è una delle tappe del progetto “Giovani e nuove dipendenze” iniziato nel 2011 con “Binge Drinking” e proseguito nel 2013 con “Nella Rete”, si tratta di una serie di spettacoli dedicati al mondo di giovani e adolescenti e al rischi di incappare in pericolose dipendenze. Il debutto è previsto giovedì 16 aprile, in prima nazionale, al Teatro Verdi (Via Pastrengo, 16). Lo spettacolo affronterà il tema del gioco in tutte le sue declinazioni – da quello sociale a quello d’azzardo e l’azzardopatia, passando attraverso le relazioni interfamiliari e personali.
Testo e regia di Renata Coluccini con Elisa Canfora/Dario De Falco, Stefano Panzeri, animazioni video Carlo Fusani, supervisione scientifica della dott.ssa Cristina Perilli, disegno luci Marco Zennaro e direttore di produzione Franco Spadavecchia.
Giovani e gioco non sono due mondo così lontani, tanti italiani e sempre più adolescenti che giocano d’azzardo. Fa male, può creare dipendenza, è necessario giocare “responsabilmente” ma i media ci bombardano di pubblicità e messaggi promozionali ingannevoli che tendono a far credere che la vincita sia a portata di tutti. Nel gioco on line, inoltre, è molto più facile evadere i divieti: nessuno vede né giudica.
Lo spettacolo tratta appunto di una delle “dipendenze” di cui oggi si parla e ci si interroga, comune ad adulti e ragazzi: il gioco d’azzardo. E’ interessante osservare come le parole “gioco” e “azzardo” spesso abbiano assunto un significato negativo. E proprio da qui che si parte, per riscoprire, nel confronto, tutta la positività del gioco e del mettersi in gioco, con se stessi e nelle relazioni. Adolescenza vuol dire buttare all’aria i “vecchi giochi” e trovarne di nuovi, con diverse e a volte complesse regole, mettendosi anche in discussione. E quali sono i punti cardinali per non perdersi? Cosa succede se, durante il colloquio con il professore, un genitore scopre che suo figlio Gio non è a scuola da una settimana? Quante e quali domande nascono nella sua mente? Per cercare le risposte, il padre, con l’aiuto e il confronto dell’insegnante, comincia un viaggio, “un’indagine” in cui gli adulti si immedesimano, e cercano di comprendere, l’universo degli adolescenti. Il mondo di Gio prende forma a poco a poco, tra realtà e proiezioni paterne, tra paure e speranze. Mondo adulto e mondo dei ragazzi provano a guardarsi in faccia. Il gioco d’azzardo nasconde la trappola in cui il figlio e l’amico Marco cadono; adrenalina del rischio, valore del denaro, sfida alla sorte … sono richiami avvolgenti e irresistibili per uno dei due protagonisti. Ma Gio si rivela, infine, pronto ad affrontare la vita, a comprendere i valori positivi del giocare, perché la vita e le relazioni, uno, deve giocarsele! Una sfida non con la sorte, ma con se stessi, per crescere e per cambiare.
“Binge drinking”, “ Nella rete” non sono stati solo degli spettacoli per me, ma anche dei forti momenti di incontro (nel dibattito che seguiva la replica) con i ragazzi, con gli insegnanti e con i genitori. Incontri segnati da rabbia, sincerità, disagio, risate, commozione e sempre necessità di confronto. Abbiamo raccolto tante voci, tanti biglietti, tanti sguardi a cui abbiamo provato a dare voce, con ironia, con serietà, con affetto. “Io me la gioco” fa parlare i grandi che goffamente provano a mettersi nei panni dei ragazzi, in un gioco di ruolo; fa parlare i ragazzi stretti in definizioni, proiettati in film che a volte non gli corrispondono. Adulti che non sono solo funzioni rispetto a figli o allievi, ma persone con desideri e paure. Ragazzi che possono stupire e sorprendere per intelligenza e sensibilità. L’azzardopatia, il gioco d’azzardo patologico sono presenti come dipendenze -trappole da cui ci si può salvare mettendosi in gioco con se stessi, nelle relazioni. Anch’io con gli attori-autori ho giocato per questi mesi scoprendo parti nascoste, strade possibili. Adesso che lo spettacolo è pronto saluto con particolare affetto i personaggi protagonisti, ritratti affettuosi di tante persone che ho incontrato.
(Renata Coluccini)
Dove? Teatro Verdi (Via Pastrengo, 16).
Quando? Dal 16 al 26 aprile, debutto nazionale.
ORARI: da martedì a sabato: ore 21.00, domenica ore 16.30
BIGLIETTI: intero 20€ – convenzionati 14€ – ridotto (over 65/under 25) 10€ – mercoledì posto unico 10€
Vendita on-line: www.vivaticket.it
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