Jeff Beck apre TenerAmentE al Vittoriale

Il 23 giugno 2018 hanno riaperto i battenti del festival “TenerAmentE” alla sua ottava edizione. Lo splendido Lago di Garda come cornice della serata all’interno dell’Anfiteatro del Vittoriale degli Italiani. Festival oramai più che consolidato nel panorama nazionale – e non solo – e quest’anno ad aprire le danze ci sarà il grande Jeff Beck.
Jeff Beck, la chitarra leggendaria
Se non sapete chi sia Jeff Beck vi dico solamente che è uno dei cinque chitarristi più forti di tutti i tempi. All’attivo dal lontano 1965 con gli Yardbirds al posto di Eric Clapton e al fianco di Jimmy Page. Passato per il Jeff Beck Group, con all’interno Rod Steward e Ron Wood, e dal 1975 più che apprezzato solista e collaboratore di svariati dischi di artisti del calibro di Roger Waters, ZZTop, Les Paul e Brian May. Arriva sul palco del Vittoriale alle 21.45 con la sua più che rodata band. Jimmy Hall alla voce, la sezione ritmica affidata a Vinnie Colaiuta alla batteria e Rhonda Smith al basso, con l’aggiunta del violoncello di Vanessa Freebairn-Smith. Rigorosamente con maglietta senza maniche, gilet nero e Ray Ban, Jeff Beck impugna la sua Stratocaster bianca, che non cambierà per tutta sera, e attaca le note di “Pull it”. Il brano, tratto dal suo ultimo album, appare quasi come un allenamento alle sue magiche dita. In carrellata arrivano anche alcune delle sue canzoni più conosciute come “Nadia” e “Stratus”. È il momento dell’entrata in scena della potente voce di Jimmy Hall con “Morning Dew”. Il concerto inizia a decollare.
Jimmy Hall, una voce che incanta ancora
Jimmy Hall è uno splendido collante per l’infinita bravura di Jeff Beck, anche se gli anni passano e i ritmi non sono più quelli di una volta. La chitarra di Beck che incanta il Lago di Garda è una piacevole sensazione. Accompagnato dall’energia del batterista Colaiuta e dallo splendido groove di basso della sempre pronta Rhonda Smith, il concerto è un susseguirsi di virtuosismi di Beck. Molto azzecati anche i pezzi con il violoncello della Freebairn-Smith, “Mnà na h-Éireann” su tutte. Una splendida cover di Jimi Hendrix, “Little Wing” da crepacuore, e arrivano i pezzi da novanta, come “Cause we Ended”, cavallo di battaglia del pluripremiato “Blow by Blow” del 1975. E poi “Brush with the Blues” e “Blue wind” eseguite ad hoc da Jeff Beck per sfociare in un incendiaria “Superstition”. Il pubblico finalmente inizia a muoversi insieme alla chitarra di Beck.
Il finale con bis di Jeff Beck
Una piccolissima pausa è Beck con il suo gruppo rientra in scena con un bis da antologia “You shook me” e “Going Down” per una degna conclusione a questa bellissima serata.
Quando hai la fortuna di vedere certe leggende, le parole per descrivere questa o quella canzone sono inappropriate, come posso descrivervi la performance di Jeff Beck? Avete presente quando guardate uno dei grandi classici film in tv tipo Il Padrino? Ecco, quella sensazione che si prova ai titoli di coda: maestoso e mai banale.
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