Il nuovo disco degli Eagles of Death Metal

Parliamo oggi di un disco uscito qualche settimana prima della tragica strage al Bataclan di Parigi. Proprio il disco del gruppo che stava suonando al Bataclan, gli Eagles of Death Metal, che purtroppo tutti conoscono, ma non certo per la loro musica.
“Zipper Down”, è il nuovo ed irriverente lavoro della premiata ditta Jesse Hughes e Joshua Homme (Queens of the Stone Age), ovvero gli Eagles of Death Metal. Sette anni ci sono voluti ai due ragazacci di Palm Desert per sfornare il loro quarto album, non proprio all’altezza del suo predecessore, “Heart On” del 2008, ma con sempre quella carica goliardica verso la società e sopratutto verso le donne che sono un marchio inconfondibile del duo, tutto accompagnato da selvaggio rock n’ roll, accenni pop e frastuoni di chitarre grunge e stoner sempre tanto care ai due.
E si parte con il singolo apripista dell’album, ovvero “Complexity”, un insolente gioco di parole per dire che la vita è cosi facile senza complicazioni, per passare a “Silverlake” un altro pezzaccio dove spicca la calda voce di Hughes sostenuta a dovere dalla ferma batteria di Homme, riff di chitarra e ritornello azzecatissimo, poi la rockettara “Got a Woman”, per non far dimenticare di che pasta sia fatto il gruppo, Little Richard e Chuck Berry ringraziano. Ed arriva la parte centrale del disco caratterizzata da un suono più virato sul pop e con “I love you all Time”, gli Eagles si divertono eccome, musica senza pretese l’importante e divertirsi e basta, la stessa cosa vale per “Oh Girl”, con Hughes alle prese con il corteggiamento ad una ragazza, anche qua si percepisce proprio la strafottenza che hanno i due verso tutto e tutti, e con “Got the Power” ritornano i vari assoli di Hughes con la chitarra, a richiamare quasi l’ascoltatore da quella scappatoia pop dei pezzi precedenti, chiaro omaggio a T-Rex e Kiss, “Skin Teen Boogie” è un altro passo verso confini sempre cari al duo, distorsioni e tastiere per un caleidoscopico tipico seventies, “The Deuce” suona molto da Rolling Stones, ma con “Save a Prayer”, cover dei Duran Duran, si resta veramente spiazzati. Una loro personale reintepretazione in chiave rock, psichedelica quasi mistica a tratti, migliore dell’originale e per finale la vera ciliegina, il loro slogan musicale solo a sentire i primi trenta secondi è una cosa pazzesca, solo questa vale il prezzo dell’album. Suono inconfondibile, grezzo, sporco, sensuale insomma questi sono gli Eagles of Death Metal, e con “The Reverand” fanno il botto, e da qualche tempo che si sentiva un disco finire così di cattiveria!!!
Disco più che piacevole, anche se c’è qualche passaggio a vuoto che sarebbe stato bello evitare, ma sentendolo per intero si capisce quanto si divertano i due a fare musica! Li aspettiamo per altre date, per altri tour, perchè la musica va avanti, la musica è libertà!
Fabio Sagonti
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