“L’abito della sposa” al Teatro San Babila

Dopo i numerosi successi riscossi in vari teatri italiani è stata presentata al Teatro San Babila il 6 Novembre la prima de “L’abito della sposa”, commedia proveniente dal Festival di Todi dello scorso anno, scritta da Mario Gelardi e interpretata da Pino Strabioli (nella parte di Lucio) e Alice Spisa (nella parte di Nunzia). Regia di Maurizio Spanici. Produzione ArTè Teatro Stabile d’Innovazione in collaborazione con Todi Festival.
Alla prima, tra il pubblico, era presente, gradita e applaudita, anche Rita Pavone. La commedia inizia a sipario chiuso con la diffusione della canzone più famosa di Rita Pavone, “Cuore”, che il pubblico, in visibilio, ha molto applaudito. Quindi si è aperto il sipario che mostra la scena di una sartoria in cui è presente il protagonista, Lucio.
Questi è un uomo di mezza età che di mestiere fa il sarto di abiti militari. La storia si svolge nell’Italia del 1963, l’anno del matrimonio di Sophia Loren con Carlo Ponti e nelle radio e nei juke box impazzano le canzoni della cantante del momento, Rita Pavone, di cui Lucio è grande ammiratore. È anche l’anno della tragedia del Vajont e dell’uccisione di Kennedy. Un Italia vissuta prevalentemente da gente semplice che conosce momenti lieti e brutti accadimenti, tra il Governo Fanfani e quello di Moro e non conosce ancora gli scandali della vita politica e sociali che arriveranno nel ventennio seguente.
Lucio ha imparato dai genitori, fin da piccolo, l’attuale lavoro che svolge e ha girato l’Italia, insieme alla sua famiglia, al seguito di eserciti cui confezionava abiti militari e in questo modo ha appreso vari dialetti di cui ora ne parla un miscuglio, quasi essi rappresentino una lingua nuova, personale, a modello del suo personaggio che, cinquantenne, sopravvissuto ai suoi genitori e scapolo, conduce una vita solitaria. A un certo punto l’uomo si vede fare un’ordinazione atipica: confezionare un abito da sposa per la figlia del comandante per il quale lavora: Non essendo pratico di quel tipo di lavoro e, avendo bisogno di un’aiutante, assume Nunzia, una ragazza di poche parole e dall’aria dimessa, ma che, si rivelerà essere una brava ricamatrice.
Da un inizio in cui il dialogo tra i due personaggi è quasi inesistente, dato che Nunzia si mostra quasi sempre silenziosa e non nasconde un senso di tristezza (di cui dopo si scoprirà il perché), un po’ alla volta comincia a nascere tra loro una forma di comunicazione più consistente che è basata apparentemente solo sul lavoro, ma, pian piano, anche grazie al carattere di Lucio, che sente di dover sfuggire a quello stato di solitudine in cui si ritrova, si arricchisce di racconti sulla loro vita, che serviranno poi a una conoscenza più approfondita di entrambi. L’abito da sposa è quasi terminato quando accade qualcosa che rivelerà che la ragazza non è lì per caso e l’uomo, che precedentemente aveva narrato di una sua unica grande storia d’amore avuta in passato, trova il coraggio di raccontarne la vera natura.
È il momento cruciale della storia ed anche quello più commovente e liberatorio nello stesso tempo. Quello da dove vengono fuori le verità più nascoste ma anche più umane, quelle che portano i protagonisti ad avvinarsi più sensibilmente l’uno all’altro con le loro storie vissute come piccole e che invece acquistano consapevolmente tutta la grandezza di cui sono meritevoli. La commedia è recitata ottimamente, grazie anche al collaudo che ha avuto nell’ultimo anno. Strabioli è eccezionale nel rivestire i panni di Lucio e Alice Spisa dimostra di aver giustamente meritato il premio UBU due anni fa e ora la possiamo tranquillamente annoverare non più tra le attrici esordienti. Il regista Panici ha fatto recitare i personaggi dando loro la giusta sicurezza che traspare e il tutto è reso con ritmo e “divertissement”. Altra protagonista è stata Rita Pavone le cui canzoni tra le più amate hanno fatto quasi da colonna sonora nella commedia, un po’cantate da lei stessa e ogni tanto accennate anche da Strabioli che si riconosce suo grande ammiratore. C’è da aggiungere che non sono mancati gli applausi a scena aperta e i più convinti sono stati quelli rivolti proprio alle canzoni cantate dalla Pavone, tanto che sembrava di assistere a un tributo alla cantante.
Chi credeva che avrebbe assistito a una commedia di evasione si è dovuto ricredere perché, oltre che divertirsi, ha colto valori umani che sono stati disseminati nell’opera con discrezione ma con presenza intelligente. E di questo ringraziamo l’autore Mario Gelardi affinché ci regali ancora spettacoli come questi. Pubblico molto soddisfatto. Commedia da consigliare assolutamente!
Latest posts by Carlo Tomeo (see all)
- “Mia Mamma è una Marchesa” di e con Ippolita Baldini - 21 Novembre 2015
- Il nuovo disco di Marcella Puppini “Everything is Beautiful” - 20 Novembre 2015
- EterNapoli, in scena al Franco Parenti - 18 Novembre 2015
Bellissima rappresentazione teatrale con superbi attori e impreziosita dalle canzoni di Rita Pavone come colonna sonora dell’intero spettacolo. Grazie a Carlo Tomeo per la sua recensione
Bellissima recensione, grazie mille al sig. Tomeo per le preziose informazioni che giornalmente ci regala!
Come sempre, un eccellente recensione del sign. Tomeo che ci dà l’impressione di avere assistito alla rappresentazione della commedia e che, ancora meglio, da ci invidia di andare ci per rivedere lo spettacolo, mentre non l’abbiamo visto… Quella sera, Madame Rita Pavone era nella sala, ciò che non è sfuggito a Carlo Tomeo chi è uno dei suoi grandi ammiratori anche… Grazie per il piacere che ci date a leggere il tuo articolo!
Una splendida recensione ad un’altrettanto splendida commedia, complimenti Carlo Tomeo.
Una recensione su una brillante commedia che invita ad andare a teatro !
Bellissima recensione, per uno spettacolo da vedere e rivedere!
Seguo sempre le ottime recensioni del sig. Tomeo. Ma questa, è una delle più belle che lui ha scritto. Il sig. Tomeo ci passa emozioni descrivendo con dettagli la commedia, cominciando con la presenza, allo spettacolo, della carissima Rita Pavone, in cui le sue celebri canzoni hanno involto il pubblico presente, senza lasciar di dare il giusto merito all’autore e alle attuazioni degli atori di “L’abito della sposa”. Complimenti al sig. Tomeo, a Rita Pavone, al sig. Mario Gelardi ed agli atori Pino Strabioli e Alice Spisa.
Bellissima recensione ,per una rappresentazione teatrale veramente speciale
Graditissima recensione di uno spettacolo teatrale da vedere!!! Grazie Carlo Tomeo per il tuo lavoro prezioso!!! Emanuela
Superba recensione di Carlo Tomeo su questa bella e commovente commedia. Un bel omaggio anche alla grandissima Rita Pavone!