L’imperatore della sconfitta all’Out Off

Al Teatro Out Off dal 16 al 27 maggio L’imperatore della sconfitta. Con Elena Arvigo e Marco Vergani.
A conclusione delle iniziative e degli spettacoli pensati per i 40 anni dell’Out Off, in Prima Italiana lo spettacolo L’imperatore della sconfitta di Jan Fabre con l’interpretazione di Elena Arvigo anche co-regista insieme a Sara Thaiz Bozano. Il senso delle manifestazioni per i 40 anni non è stato solo quello rievocativo nè tantomeno quello celebrativo, ma la volontà di ricollegarsi alle radici della storia del teatro per rilanciare oggi nuovi progetti e indicare obiettivi e percorsi futuri. In questo senso va la proposta dello spettacolo che vede coinvolta una delle artiste più significative del panorama teatrale italiano misurarsi con un autore eclettico come Jan Fabre, artista visivo, regista, scrittore. Per l’Out Off Jan Fabre è stato un punto di riferimento artistico fin dal primo incontro avvenuto nel 1985 quando venne invitato a Milano dall’Out Off per la rassegna Sussurri o Grida con lo spettacolo “Il potere della follia teatrale”. Il rapporto è continuato poi in altre occasioni culminate con l’inaugurazione della nuova sede di via Mac Mahon nel 2004 con lo spettacolo “Cryng body”.
L’imperatore della sconfitta punta i riflettori sul fallimento, tabù nell’era del successo imperante. Forza interiore e accettazione dei propri limiti sono gli unici mezzi di cui dispone l’uomo per riscattarsi dalla propria condizione miserevole. E’ il racconto di un tentativo che non si esaurisce nel fallimento, ma che trova, anzi, nel fallimento la sua forma perfetta. La sconfitta è azione, atto rivoluzionario, momento di rivincita e possibilità di proseguire. La sconfitta, dunque, come punto di partenza e di arrivo perché se non fossimo sconfitti non avremmo la possibilità di continuare a sbagliare e quindi a esistere nel mondo. Lo strumento perfetto non può che essere che la ripetizione. La ripetizione usata come metodo per svuotare la forma e ritrovare il senso. La figura che meglio incarna questa umanità di confine è il clown che provando e riprovando, “perché l’esercizio partorisce l’arte” come ripete sempre l’imperatore, diventa uomo. Forse questo Imperatore, questo clown che ritenta l’ennesimo fallimento, riuscirà ad avere la forza di avere la fantasia di rialzarsi ogni giorno e ricominciare a sognare. Ogni proposta quindi, dal biasimo alla protesta, alla festa al buio, non può che essere che uno sbaglio. O sarebbe finito il tentativo. Raggiunto lo scopo è finito l’amore, se l’amore altro non è che la strada per arrivarci. Tutto il mio lavoro, dice Jan Fabre “è una ricerca di comunicazione. E’ un tentativo di stabilire rapporti, dare un po’ d’amore, ricevere un po’ d’amore.”
Forse questo imperatore non è altro che un uomo, a cui nel tentativo disperato di essere uomo nasceranno due ali tra le spalle.
L’imperatore della sconfitta è un testo per il teatro di Jan Fabre del 1994 che l’artista belga ha dedicato al suo attore e performer Marc Moon Van Overmeir. Fa parte di una serie di monologhi scritti tra il 1975 e il 1994 e rappresentati in tutto il mondo. Nella postfazione all’edizione italiana del 1995 (Nuovi Ritmi Costa & Nolan), Giuliana Manganelli scrive: Il suo teatro non costruisce favole, non rappresenta niente, non riproduce niente, semplicemente è. Subisce e trasmette la fascinazione del sublime, una sorta di estasi che genera la capacità di liberare implosione. L’effetto finale che Fabre ottiene è uno stato finale di ebbrezza erotica.
Tra balbettii e barcollamenti, provando e riprovando – perché l’esercizio partorisce l’arte – all’imperatore della sconfitta, al piccolo clown che fa capriole sberleffi ma è il padrone del suo universo, il supremo regolatore di un microcosmo sull’orlo dell’implosione, forse alla fine nasceranno due ali tra le spalle.
Importante appuntamento il 27 maggio con “Jan Fabre all’Out Off”
Ore 15 – proiezione di “Jan Fabre. Beyond the Artist”, un film di Giulio Boato
(Francia, Belgio; 52’; 2015) v.o. inglese e francese, con sottotitoli in italiano
presenta il film il regista Giulio Boato
ore 16 – proiezione di “Surrender“, un film di Phil Griffin
(Gran Bretagna, Belgio; 117’; 2017) v.o. inglese, con sottotitoli in italiano
Presenta il film il regista Phil Griffin
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