L’importanza della lingua originale

Quello di oggi è un tema piuttosto delicato. Il confine tra il dare un consiglio spassionato e il passare per snob è piuttosto sottile, ma l’argomento mi sta così tanto a cuore che non posso esimermi dall’accettare questo rischio. Taglio corto: penso che serie TV e film debbano essere visti sempre in lingua originale. Con i sottotitoli, qualora non si conosca la lingua specifica, ma sempre rispettando il parlato originale dell’opera.
Il quinto episodio della sesta stagione di Game of Thrones (il Trono di Spade, giusto per ribadire il concetto) andato in onda la scorsa settimana negli Stati Uniti e che andrà in onda questa sera in Italia, doppiato, ci offre lo spunto perfetto per avvalorare la mia tesi.
Considerando che rischio la vita se scrivo uno spoiler su questa serie TV, oggi – per la prima volta nella storia di questa rubrica – ho deciso di prendere precauzioni serie a salvaguardia della mia incolumità, indicando chiaramente la parte dell’articolo contenente lo spoiler.
Inizio dello Spoiler sull’episodio cinque del Trono di Spade.
Tutti quelli che hanno visto la versione originale se lo saranno chiesti: come diavolo si può tradurre in italiano la frase Hold the door in modo che, se ripetuta velocemente, si trasformi in Hodor?
Perché è proprio questo quello che accade nel meraviglioso finale del quinto episodio del Trono di Spade. Il gigante buono sacrifica la sua vita per salvare il giovane Bran Stark (Isaac Wright) dai morti viventi, mentre Meera Reed (Ellie Kendrick) gli urla “hold the door”. Ed è proprio Bran che, durante una sua visione, assiste al momento in cui Hodor, ancora ragazzo, soffre di una specie di crisi epilettica e inizia a gridare proprio Hold the door (tieni la porta) all’impazzata. Tanto velocemente da mangiarsi le parole fino a dire esattamente Hodor. Il nome che lo accompagnerà per il resto della sua vita e, purtroppo, anche nella sua morte.
Fine dello Spoiler sull’episodio cinque del Trono di Spade.
Questo è solo l’ultimo lampante esempio del perché vedere un film o una serie in lingua originale sia meglio che vederla doppiata. Non vi basta? Poco male, potrei continuar per ore.
Se siete dei romantici e se non lo avete ancora visto, vi consiglio Se mi lasci, ti cancello con Jim Carrey e Kate Winslet (2004). Attenzione, non si tratta – come il titolo potrebbe suggerire – di una commediola romantica da guardare durante le vacanze di Natale, ma piuttosto di un film drammatico di un’intensità indescrivibile che, in lingua originale, si chiamava Eternal Sunshine of the Spotless Mind (tradotto, quindi, in maniera tutt’altro che letterale).
Se anche voi avete gioito per il recente Oscar a Leonardo Di Caprio ma non avete compreso perfettamente il suo discorso di ringraziamento, forse vi sareste indignati ancora di più nel non vederlo vincere la statuetta per Blood Diamonds – o Diamanti di sangue per dirlo all’italiana – dove questo grande attore sfoggiava un accento da bianco del Botswana di una perfezione allucinante. Penso che siano anche queste le ragioni per cui un attore debba essere premiato.
Ad onor del vero bisogna dire che ci sono casi di traduzione in italiano ottimamente riusciti, come questo famosissimo esempio tratto da Frankenstein Junior tra il Dottor Frederick Frankenstein, Igor e Inga (tra parentesi la traduzione italiana):
“Werewolf?” (Lupo ulula?)
“There!” (Là!)
“What?” (Cosa?)
“There-wolf! There-castle!” (Lupo ululà e castello ululì!)
“Why are you talking that way?” (Ma come diavolo parli)
“I thought you wanted to.” (E’ lei che ha cominciato.)
“No, I don’t want to!” (No, non è vero!)
“Suit yourself, I’m easy!” (Non insisto, è lei il padrone!)
Eccovi i link alla versione originale e a quella in italiano.
Un lavoro geniale dei nostri doppiatori (che rimangono tra i migliori al mondo) ma, come avrete notato, hanno dovuto cambiare leggermente il senso delle parole della versione in lingua originale.
Certo, diranno alcuni, se uno non conosce la lingua, vedere un’opera in originale con i sottotitoli o vederla doppiata non è poi molto differente, però pensate al piacere di ascoltare un attore con la propria voce o una battuta con il suono, la rima, ed i tempi di scena con cui era stata pensata.
Qualsiasi straniero che vede il grande Massimo Troisi ne Il Postino, difficilmente riuscirà a comprendere quello che dice il nostro compianto attore, ma sono assolutamente certo che non esista al mondo un doppiatore in grado di trasmettere la geniale sensibilità che Troisi ha messo in ogni fotogramma di quella splendida pellicola.
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I completely agree with you. There is nothing more annoying than listen one voice and the lips moving in another direction! Here in Spain is the same. And it is, as you’ve said, a little bit snob, but I think that the part that every actor plays, have to be respected in the original language, serbian, corean, indian…it doesn’t matter.
If “Braindead” is “Tu madre se ha comido a mi perro” (your mother have eaten my dog), “Sleepless in Seattle” is “Algo para recordar” (Something to remember), and “Rosemary’s baby” is “La semilla del diablo” (The devil’s seed)…what would we expect?
Good report! Congrats and hope it helps for those who don’t dare with original languages.
Hola Monica! Funny titles you have in Spain, it’s true that our cultures are super-similar.
In Italy as well we have some funny movie-name translations. Here an example with a classic:
“Citizen Kane” (1941) >>>>> “Quarto potere”