Lituania-Italia, due giorni per rafforzare i legami economici

Due giorni italiani per il ministro dell’Economia e dell’Innovazione lituano, Ausrine Armonaite, il primo trascorso a Milano, il secondo a Roma.
La firma di un Memorandum di Comprensione fra la LithuaniaBIO e il Lombardy Life Sciences Cluster è stato al centro dell’incontro svoltosi in Assolombarda fra realtà italiane e lituane con interessi nell’investimento nelle reciproche realtà nazionali.
Dopo l’incontro con la stampa, il ministro Armonaite ha visitato l’Open Zone di Bresso, il campus scientifico alle porte di Milano.
Il giorno dopo, a Roma, il ministro lituano ha incontrato il ministro italiano delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso.
Di seguito l’intervista che il ministro Armonaite ha gentilmente concesso a MilanoReporter.
Quanto possono aumentare gli investimenti lituani in Italia e in Lombardia?
“C’è molto che possa migliorare attraverso una stretta relazione economica fra le industrie lituane e italiane, ma credo che ci sia una importante possibilità di sviluppo. L’Italia è l’11° partner economico della Lituania, il nostro commercio bilaterale è fatto da qualcosa come 2,8 milioni di euro, ma dobbiamo arrivare a tre milioni. Ci sono già dei concreti progetti lituani, per esempio con una compagnia che ha investito nella produzione di pannelli solari nei pressi di Napoli. Noi crediamo che questi reciproci interessi possano migliorare e svilupparsi ed è questo il motivo per cui sono qui. La guerra in Ucraina ci ha obbligati a guardare oltre e spesso i nostri partner e i nostri amici sono più vicini di quanto possiamo immaginare. Le visite reciproche dei ministri dell’economia sono importanti. Noi vogliamo avere rapporti più stretti con le istituzioni e il governo italiano”.
Perché l’area dell’industria scientifica è così importante per voi?
“I cluster scientifici sono organizzazioni che uniscono istituzioni di ricerca, ospedali, compagnie private e altre parti interessante. Così noi sappiamo che stabilire relazioni con queste realtà è la chiave per raggiungere una serie di collaborazioni importanti e tangibili. Ecco perché LithuaniaBIO, un’associazione che riunisce altre realtà lituane, ha firmato un accordo per sviluppare e rafforzare questo tipo di cooperazione. Ma è più importante ancora quello che verrà dopo di questo. Siamo convinti che non solo gli scambi, ma anche concrete partnership B2B possano aiutare ad arricchirci reciprocamente”.
Quante sono le realtà lituane operanti oggi in Italia?
“Quando si parla di cooperazione dal punto di vista degli affari è abbastanza ironico che, malgrado entrambe le nostre due nazioni siano parte dell’Unione Europea, il mercato italiano non sia così visibile in Lituania. Ovviamente conosciamo sia la parte farmaceutica e anche quella ‘automotive’ ma, quando si arriva a parlare di reali investimenti economici, quelli tedeschi, per esempio, sono molto più visibili nella nostra nazione e, allo stesso modo, quando si parla di ‘export’, Lituania e Italia potrebbero beneficiare mutualmente di quelle che potrebbero essere le nostre esportazioni nel vostro Paese. E’ una strada a doppia corsia, ed ecco perché dobbiamo rafforzare la nostra connessione”.
Cosa ci può dire della presenza delle realtà presenti in questo incontro? Quanto la Lituania può essere recettiva?
“Mi limito a darle un paio di numeri. L’investimento diretto dell’Italia in Lituania è di 47 milioni di euro, che rappresenta il 31° investitore nel Paese, il che lo pone non solo fuori dalla ‘top ten’, ma anche dalla ‘top 20’. Anche la Lituania investe nel mercato italiano solo circa 90 milioni di euro e così, naturalmente, noi dobbiamo migliorare tutto ciò. Entrambe la nazioni hanno molto da offrire l’una all’altra. Il 20 per cento della nostra industria viene dalla manifattura. In questo momento noi stiamo investendo soprattutto in informazione, comunicazione, tecnologie e, fondamentalmente, vogliamo sviluppare maggiori partnership da questo punto di vista”.
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