Lo Schiaccianoci, il sogno di Clara

Anche se Natale è da tempo alle spalle, la voglia di sognare e il desiderio di essere stupiti non passa mai: la bellezza della musica di Piotr Ilic Ciaikovskij, il clima del racconto scritto da E.T.A. Hoffmann trasporteranno il pubblico del balletto nel mondo della fiaba. Il Teatro alla Scala, dopo aver presentato Cinderella di Prokofiev nella nuova veste coreografica di Bigonzetti, riprende come secondo titolo Lo Schiaccianoci, nella versione di Nacho Duato, portato in scena nella passata stagione con una serie ininterrotta di esauriti. Tredici le recite previste, dal 9 febbraio al 13 marzo, di cui una aggiunta recentemente, a grande richiesta di pubblico. Nell’ambito di una speciale programmazione destinata a un pubblico “speciale” fatto di bambini, sono previste altre quattro recite, volatilizzate in un attimo, del solo primo atto. Una versione quella dello Schiaccianoci, creata da Duato per il Teatro Mikhailovskij di San Pietroburgo che non stravolge la trama del viaggio iniziatico di Clara e del suo Schiaccianoci contro il re dei Sorci, viaggio coronato dal bel Principe che ritroverà finito il periodo dell’infanzia. “Ho tagliato qua e là la musica, ma ho mantenuto la storia quasi senza alcun cambiamento – ha affermato Duato – L’unica cosa che davvero non capisco è: se il Re dei Topi viene colpito a morte alla fine del primo Atto, come può essere ancora vivo nel secondo? Nella mia versione lo faccio morire nel primo Atto, mentre la Danza spagnola apre l’Atto secondo”.
Apriranno le rappresentazioni Maria Eichwald e Roberto Bolle, già protagonisti nella passata stagione, nuovamente nei panni di Clara e il Principe/Schiaccianoci il 9,11,16, 18 febbraio e nella recita straordinaria del 28. Nelle altre rappresentazioni i due protagonisti saranno Virna Toppi con Marco Agostino domenica 14 febbraio e il 24 pomeriggio, Vittoria Valerio con Antonino Sutera ( 19 pomeriggio e 24 sera) e Angelo Greco (11 marzo), Nicoletta Manni e Claudio Coviello (19, 20 febbraio 13 marzo). Nelle recite destinate ai bambini balleranno Vittoria Valerio con Angelo Greco, poi con Agnese Di Clemente, seguiti dalla coppie di Nicoletta Manni con Timofej Andrijashenko e Virna Toppi con Marco Agostino. Il Corpo di Ballo, l’Orchestra e il coro delle voci bianche del Teatro alla Scala saranno diretti da Vladimir Fedoseyev, profondo conoscitore del repertorio russo; piacevole conferma nel voler affidare a bacchette autorevoli e prestigiose anche i titoli di danza. La recita aggiunta del 28 febbraio vedrà sul podio David Coleman. Raramente le vicissitudini di un balletto e della fonte letteraria da cui è tratto hanno avuto un’importanza così grande come in Schiaccianoci, musicato da Ciaikovskij settant’anni dopo la morte dell’autore, Ernst Théodor Amadeus Hoffmann. Una trama che gioca un ruolo determinante nel successo del più bello tra i capolavori ballettistici creati dal genio ciaikovskiano. Una testimonianza tuttora “viva” dell’eclettismo artistico dello scrittore, che si cimentava anche con la musica, pittura, la critica, etc. Solo lui poteva realizzare una trama così complessa e articolata, equamente sospesa tra sogno e la realtà, ma permeata dello spirito del suo tempo. Hoffmann incarna la rivoluzione romantica che porterà il settecento a chiudersi definitivamente, spalancando gli orizzonti sul nuovo secolo, il diciottesimo, e sulla sua grande stagione. Il mondo immaginario descritto nel balletto è preso a prestito dalla realtà che circondava lo scrittore: i due bambini con cui inizia la storia, altri non sono che i figli di un suo caro amico, per non parlare della facilità a riconoscere l’autore stesso, nei panni di Drosselmayer. Qui si apre la questione delle interpretazioni di Schiaccianoci (senza voler nulla togliere al festoso godimento fanciullesco), che sarebbe troppo semplicistico considerare pura fiaba per bambini. La musica di Ciaikovskij ci rende consci della profondità del racconto, messo ancor più in evidenza dai coreografi, a cominciare dal grandissimo Petipa, Ivanov, Serghejev, Balanchine per arrivare a Rudolf Nureyev.
Nel 1890, Ciaikovskij, reduce dal trionfo della Bella addormentata, ritorna ad occuparsi di danza, accogliendo la richiesta di Vsevolovski, direttore dei Teatri Imperiali di San Pietroburgo, di collaborare con Marius Petipa alla realizzazione di un nuovo balletto. Petipa, coreografo francese al culmine della notorietà, era l’indiscusso artefice del prestigio e della fama di cui godeva il balletto pietroburghese; il coreografo, abituato a lavorare con schemi ben precisi, sottopose il musicista a un rigore compositivo (che ha dato i suoi frutti) esercitato attraverso indicazioni ben dettagliate. Petipa inviò a Ciaikovskij una “trama” coreografica contenente nei minimi particolari le battute musicali che dovevano essere composte, scena per scena! La malattia colpirà il coreografo all’inizio delle prove, costringendolo a passare il testimone a Lev Ivanov, dandogli ampie indicazioni coreografiche ma lasciandolo interamente responsabile della creazione di Schiaccianoci. Con Ivanov assistiamo alla nascita del primo, originale, coreografo di scuola russa: a lui si devono alcuni dei momenti indimenticabili di questo balletto, quali il commovente e nostalgico pas de deux tra Maria e il Principe, un momento squisitamente romantico incastonato in una produzione del tardo ottocento. Da citare poi la suggestione, ogni volta rinnovata su tutti gli spettatori, del quadro conosciuto come il valzer dei Fiocchi di neve, senza dimenticare la movimentata battaglia tra i Topi e i Soldatini di legno, guidati dallo Schiaccianoci. Il balletto vide la sua prima rappresentazione al Teatro Marinskij di san Pietroburgo il 5 dicembre 1892; il successo fu pari a quello decretato pochi mesi prima, allorché fu eseguita la Suite in forma concertistica. Prima interprete l’italiana Antonietta Dell’Era, altra grande allieva uscita dalla formidabile scuola milanese di Blasis, mentre Pavel Gerdt era il Principe. Per saperne di più, appuntamento al ridotto dei palchi “A. Toscanini” giovedì 4 febbraio ore 18, con Francesca Pedroni che parlerà di un “viaggio verso un mondo di zuccheri e di stelle” nel consueto appuntamento per il ciclo “prima delle prime – balletto”.
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