Mad Mood Party, fashion tra vip e buone intenzioni

La Milano Fashion Week ha, ancora una volta, coinvolto la metropoli in una ridda di sfilate, modelle e serate corredate da party eleganti.
E’ il caso di Mad Mood Party, serata che ha aperto la ‘due giorni’ di Mad Mood, il fashion talent ideato dalla salentina Marianna Miceli nel 2016.
Modelle, musica e sapore di Puglia
La serata è andata in scena al Magna Pars Hotel di via Forcella (zona Tortona), con un party che, da un lato ne ha presentato obiettivi e finalità, dall’altro ha accolto fra le proprie braccia il cosiddetto ‘bel mondo’ della moda.
E’ stata la stessa Miceli a presentare le due principali iniziative della giornata che ha visto martedì scorso sfilare i 18 marchi protagonisti sul carpet: l’hashtag #iononsonounvirus, con riferimento al Coronavirus che in questi giorni è arrivato a colpire l’Italia e la Lombardia in particolare, e il progetto Unconventional, con la partecipazione di modelle professioniste con disabilità. Il tutto al suono della voce flautata e molto swing di Sara Lupi e della tastiera di Luciano ‘Lucky’ Pesce, e al gusto di un accattivante vino rosé che ha affiancato il proprio nome all’evento.
Contro il Coronavirus e a favore dell’inclusione
E’ ancora Marianna a spiegare il perché di quest’impegno: “Intendiamo comunicare alle persone i valori di amicizia, tolleranza, coraggio, amore. Abbiamo deciso di fare nostro lo slogan ‘io sono una persona e non un virus’, per sostenere la Cina, uno dei partner più importanti della moda italiana – sottolinea – Abbiamo fortemente voluto una presenza cinese in ‘carne e ossa’ senza dirette streaming via web: #iononsonounvirus sarà il nostro ‘main hashtag’, mentre avremo in passerella anche modelle professioniste con disabilità per lanciare un messaggio di inclusione sociale a tutto tondo”.
Il progetto Unconventional infatti, dedicato alla promozione di una cultura della valorizzazione delle differenze, è partner dell’evento Mad Mood, con la partecipazione di modelle professioniste con disabilità: concepito da PoT Agency, una start up innovativa con sede a Roma, vuole essere un simbolo di inclusione sociale delle persone con diversa abilità.
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