Il Malato Immaginario di Molière al Teatro San Babila di Milano

Al San Babila dal 23 ottobre al 1′ novembre arriverà l’ultima commedia del grande autore francese. In essa si coniuga la felicità inventiva della farsa alla sofferta contemplazione del mondo a lui tipica. Mentre descrive con straordinaria comicità le stramberie del vecchio Argante afflitto da infinite patologie (che sono più lo specchio di un’anima impaurita dal mondo) che lo rendono succube di medici approfittatori, la vicenda lascia intravedere un mondo torvo e disperato, di assoluta spietatezza e rigorosi egoismi (come già accade nell’Avaro, altro celebrato capolavoro). L’antinomia fra questi due aspetti ne fa un’opera di straordinaria ricchezza, una lancinante testimonianza della condizione interiore di Moliere nel suo ultimo anno di vita. Lo stesso grande, alla quarta replica dello spettacolo, si sentì male in scena proprio nelle vesti di Argante: volle terminare lo stesso la recita, e morì a casa poco dopo, lasciando al mondo l’idea che Il Malato Immaginario restasse per sempre il suo testamento morale e artistico.
La commedia racconta di Argante (Andrea Buscemi), borghese del tempo di Moliere, che vive una vita appartata e afflitta da numerosi malanni, frutti più che altro di una plateale ipocondria. Ad assisterlo con stizza e rimproveri la serva Tonina (Livia Castellana), consapevole più di chiunque altro della gratuità dei malanni del padrone, che spende cifre considerevoli per farsi curare dall’ambiguo e interessato dottor Purgone. Desideroso di avere un medico quotidianamente a portata di mano, Argante decide di assegnare in sposa la propria unica figlia Angelica (Martina Benedetti) al dottor Purgone, nonostante la stessa sia innamorata segretamente del giovane Cleante (il quale a sua volta si è finto maestro di canto per frequentare la ragazza).
Mentre l’avvenente moglie di Argante (interpretata da Nathalie Caldonazzo) intesse una tresca con lo stesso Purgone, Tonina e Angelica cercano di scongiurare lo sconsiderato matrimonio che Argante vorrebbe far celebrare in tempi brevissimi. Pertanto Tonina si fingerà medico, con un abile travestimento: attraverso il quale impartirà ad Argante nozioni di comportamento di vita assai più salutari di quelli prescritti sino ad allora dal laido dottor Purgone. Il quale, a sua volta, vedendosi rifiutare dalla stessa Tonina un enorme clistere che intendeva infliggere al padrone di casa, minaccia di abbandonare il paziente e il progetto matrimoniale. La disperazione di Argante è grande, ma Tonina gli suggerisce un altro abile stratagemma attraverso il quale potrà vedere la vita e le cose nella giusta dimensione: chiede ad Argante di fingersi morto per constatare la reazione dei propri congiunti. Così Argante si renderà conto all’improvviso della grettezza di sua moglie, del profondo amore filiale di Angelica, e perfino del grande rispetto e affetto di Cleante.
Regia di Andrea Buscemi, musiche Niccolò Buscemi, canzoni Jean Gabin.
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