Milano impone il proprio ritmo e conquista la Supercoppa

La grande attenzione tattica permette a Milano di controllare la partita, e solo un rilassamento nel finale mette qualche brivido, ma la Supercoppa è biancorossa.
Per le caratteristiche delle due squadre, Torino avrebbe dovuto far valere il più possibile il proprio atletismo contro Milano, e quest’ultima avrebbe dovuto, invece, imporre un ritmo lento alla partita, proprio per contrastare l’arma offensiva più efficace degli avversari. Gli uomini di Pianigiani sono riusciti nel loro intento, e hanno, infatti, controllato agevolmente la partita per buona parte del tempo, fino alla conquista della Supercoppa.
Purtroppo, a 6’ dalla fine, i milanesi si sono rilassati, e hanno conceso un parziale di 12-0 che ha rimesso tutto in gioco. Torino, però, si è bloccata sul più bello, e la Supercoppa resta, quindi, nelle mani di Milano. Sugli scudi c’è soprattutto un Gudaitis fondamentale nel dare equilibrio all’attacco e nel difendere ottimamente, però tutti meritano un plauso per aver messo all’opera perfettamente il piano tattico. Lasciano perplessi un James troppo discontinuo, e più dannoso che utile, e la tendenza a rilassarsi prima del dovuto. In ogni caso, il primo trofeo stagionale è biancorosso.
Il primo quarto
In un PalaLeonessa pieno per poco più di metà della propria capienza, Pianigiani decide di utilizzare lo stesso roster della semifinale del giorno precedente, lasciando, quindi, fuori Tarczewski. Dopo diversi possessi andati a vuoto, Nedovic sblocca la partita, con entrambe le squadre che provano, appena possibile, a giocare vicino a canestro. Torino commette solo palle perse nei primi due minuti di gioco, ma anche Milano non sembra molto a proprio agio contro la difesa di Larry Brown, così la partita viaggia su ritmi lenti e in equilibrio. In teoria, Torino dovrebbe fare più fatica di Milano su questo terreno tattico, infatti i gialloblu provano ad accelerare quando possono, ma i biancorossi sono sempre molto attenti a non concedere agli avversari il gioco in velocità. Passano i minuti e il punteggio rimane in equilibrio, Brown inserisce Cusin e Poeta, presumibilmente per dare più presenza difensiva col primo e per accelerare meglio col secondo, mentre Pianigiani mette dentro Burns e abbassa la taglia fisica sotto canestro. Come durante la partita del giorno prima, Milano non tiene mentalmente per tutti i 10 minuti iniziali, ma quando manca poco alla fine del quarto si rilassa, così Torino può portarsi sul 21-17. Purtroppo, senza Gudaitis, la squadra non sembra più in grado di andare sotto canestro, e si trova quasi costretta ad insistere col tiro da fuori, mentre col centro lituano in campo, l’attacco è molto più equilibrato, ed è esattamente quello che serve contro questa Torino. Una tripla di Della Valle porta Milano a chiudere il quarto con il minimo svantaggio, sul 21-20 per Torino, ma è evidente che ci vuole la capacità di bilanciare la gestione offensiva anche senza Guda, che non può certo giocare 40 minuti.
Secondo quarto
Ci prova Kuzminskas a dare un po’ di presenza sotto il tabellone offensivo, e finalmente entra in partita Mike James con un gran bel canestro e fallo, su transizione condotta ancora da un Kuzminskas che per ora è molto concentrato ed efficace. Tutto ciò, comunque, accade con Gudaitis in campo, quindi è il caso di aspettare la sua uscita dal campo per capire bene il grado di efficacia dell’attacco milanese. Nel frattempo, Torino riporta la partita ancora sui binari dell’equilibrio, dopo essere stata sotto fino a 6 punti (21-27), pur sbagliando troppo ai liberi. Si segna poco in questa fase, con le difese arroccate dentro l’area e tiri aperti da fuori sbagliati banalmente. Nedovic inizia a prendersi più responsabilità, ma Torino c’è e i vantaggi di Milano non sono mai importanti (massimo un 32-24). Guda esce, ma stavolta i biancorossi cercano di non insistere troppo col tiro da 3. Nedovic è chiaramente il centro del gioco milanese in questa fase: è sempre lui che indirizza le azioni d’attacco con le proprie iniziative, che si tratti di concludere o di penetrare e scaricare. L’Olimpia tocca un altro paio di volte il +8, poi l’opportuno rientro di Guda per il finale di quarto porta al +10. Il punteggio all’intervallo lungo è di 41-31. Torino, tra le altre cose, paga un impresentabile 2/10 ai liberi.
Terzo quarto
Anche all’inizio della ripresa, Milano sembra riuscire a imporre il proprio ritmo alla partita, e Torino inizia a mostrare un po’ la corda dal punto di vista dell’energia. Nedovic e Micov colpiscono da 3, proprio perché i tiri sono frutti di una circolazione di palla logica ed efficace, dovuta all’equilibrio della gestione offensiva e delle spaziature. Il vantaggio si dilata in modo esponenziale, ed in questa fase Micov si sente caldo e fa malissimo alla difesa avversaria. Torino si fa anche male da sola continuando a sbagliare i liberi (5/16 dopo 25’ di gioco), e Milano viaggia tranquillamente su vantaggi di 18-19 punti. Gli uomini di Brown, comunque, hanno carattere e non intendono far finire qui la partita: recuperano qualche punto grazie a un paio di tiri aperti sbagliati da parte di Milano e si attestano sui 13 punti di ritardo (60-47) a 2’ dalla fine. L’Olimpia è comunque attenta a non far ulteriormente rientrare gli avversari, e il quarto si chiude sul 67-51. L’unico cruccio per Pianigiani potrebbe essere rappresentato da una prova di James non molto convincente, nella quale ci sono anche alcune cose buone, ma sono molti di più gli errori dovuti a letture sbagliate ed egoismo.
Quarto quarto
Torino prova comunque ad alzare la testa, con due canestri in velocità, secondo quello che probabilmente voleva da questa partita e non è mai riuscita ad ottenere, ma Nedovic piazza un 3+1 che potrebbe essere mortifero per il morale dei torinesi. James continua a farne giusta una e a sbagliarne due o tre, ma Torino ormai non sembra averne più, e il 55-73 a 6’ dalla fine suona come una sentenza. Niente di più sbagliato: Torino piazza un 7-0 di parziale e la partita non è ancora finita. I punti segnati consecutivamente dai gialloblu diventano 10, proprio grazie al fatto di poter correre liberamente per colpa del nuovo rilassamento mentale milanese. L’emorragia non si ferma, le transizioni torinesi continuano a far male, e Milano in attacco sembra persa. Gudaitis, nella disperazione totale, mette giù palla, penetra e fa canestro più fallo in un momento cruciale. L’Olimpia, però, non solo non è più attenta a bloccare le transizioni, ma gioca anche con troppo individualismo in attacco; Torino, però, sbaglia un paio di attacchi fondamentali, e a un minuto e mezzo dalla fine, Milano ha ancora 11 punti di vantaggio sul 67-78. A 43” dalla fine, Gudaitis subisce fallo e i suoi liberi portano il punteggio sull’82-69, troppo da recuperare. Finisce 82-71.
MILANO – punti: Micov e Gudaitis 17, Nedovic 14; rimbalzi: Gudaitis 10, Kuzminskas 7, Burns 6; valutazione: Gudaitis 23, Micov 18, Fontecchio 13
TORINO – punti: Carr 15, McAdoo 12, Taylor e Wilson 11; rimbalzi: Wilson 7, McAdoo 6, Carr 5; valutazione: Carr 21, McAdoo 19, Cotton 11
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