Milano: la campagna elettorale comincia da Expo

Finita l’esposizione universale, non si spengono le luci dei riflettori. Il grande successo dell’evento non smette di essere al centro della scena, e sembra attirare le attenzioni di grandi e piccini; non ultimo il premier, Matteo Renzi.
In visita a Milano, Renzi ha dichiarato di non voler lasciare “il progetto in mano ai campanili” e ha confermato via Twitter (il suo ufficio stampa preferito) “Area Expo sarà un grande centro di ricerca mondiale, il simbolo di un nuovo Umanesimo”.
Ha spiegato il progetto, confermato la disponibilità del consiglio dei ministri e – udite udite – comunicato l’importo che il governo stanzierà per la ristrutturazione: ben 1,5 milioni di euro!
Ma se abbiamo queste disponibilità, dove avevamo nascosto questo denaro quando i nostri imprenditori hanno cominciato ad essere in difficoltà? Perché non lo abbiamo stanziato per salvare le migliaia di aziende che sono fallite? Perché non li abbiamo usati per pagare i fornitori dello stato? Oppure perché non vengono usati per formare le persone, finanziare le start up, risollevare le sorti di artigiani e commercianti? Se proprio non vogliamo parlare di progetti così ambiziosi, non potremmo prenderne una piccola parte e comprare la carta igienica per le scuole?
La risposta è arrivata poco dopo, in maniera intuitiva. Renzi, infatti, prima si congratula con Sala per il lavoro svolto “Dico grazie a Beppe. Non posso dire altro per ovvi motivi, grazie di cuore per la dedizione con cui ha seguito l’Expo” facendo intendere di non voler andare oltre vista la possibile candidatura di Sala alle amministrative e poi inizia a tessere le lodi della città. “L’unica cosa che non sono disposto a fare – dichiara il Premier – è lasciare questo progetto in mano ai campanili. E’ inaccettabile per l’Italia e particolarmente inaccettabile per Milano. Sarebbe sbagliato consegnare il dopo Expo ai campanilismi, perché Milano per il suo ruolo capitale culturale dovrà essere non solo la locomotiva d’Italia, ma d’Europa”
Non immaginavo che amasse così tanto la mia città. Strano che lo si scopra ad un passo dalle elezioni.
Ma non finisce qui, le dichiarazioni si susseguono; “Lo Stato è pronto a investire 150 milioni l’anno” e “Il progetto può portare da subito 1600 persone a lavorare”.
Sorvoleremo sul fatto che lo slogan, numeri a parte, ricorda tanto il milione di posti di lavoro già promessi da un suo predecessore, ma a conti fatti qualcosa non torna.
Milano è diventata la capitale culturale, ci sono un milione e mezzo di euro stanziati per il progetto fantastico di una città modello europeo, sono previsti milleseicento nuovi posti di lavoro a partire da subito.
Non starà facendo campagna elettorale, vero?
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