Milano Rossoblù, un ko e qualche dubbio

Riparte la stagione del Milano Rossoblù, anche se soltanto con un’amichevole. Una partita priva di significato ma che invece di sensazioni ne lascia molte. Non legate al risultato, 5-0 per l’Asiago, squadra di categoria superiore, che passa per primo in un primo periodo iniziato in maniera aggressiva dalla formazione milanese, passeggia nel secondo, infilando per quattro volte la porta rossoblù, e infine si rilassa nel terzo, lasciando gli stranieri in panca e regalando minuti a tutti. Tutto mentre pochi chilometri più a nord, in una sfida sempre suggestiva, che esalta veramente l’hockey ghiaccio, l’Ambrì Piotta andava a espugnare la Resega, ‘casa’ del Lugano, imponendosi per 4-3 nel ‘derby del Ticino’.
A Milano colpisce la buona presenza sugli spalti di un pubblico sempre fedele ma che forse ha rinunciato troppo presto all’ambizione di misurarsi da pari a pari con squadre più forti. La scelta di rimanere in quella che è in pratica la Serie B penalizza la città e tutto il movimento, ma a tanti, forse troppi, sta bene così. Chi ama l’hockey, del resto, proprio per questo dell’hockey ama tutto, anche le sfide tra scapoli e ammogliati. Ma è pur vero che, di fronte a un biglietto da pagare, sarebbe lecito capire meglio quanto meno il percorso che si intenda intraprendere.
Il Milano Rossoblù l’anno scorso ha vinto tutto quello che poteva vincere: campionato cadetto e Coppa Italia, ovviamente priva delle squadre partecipanti all’Alps Hockey League. Bene, bravi, forse anche bis, perché comunque la squadra messa in pista da Massimo Da Rin è fatta ‘in casa’, ha tanti lombardi nel roster e questo piace molto. Quest’anno potrà anche giocare la Supercoppa all’Agorà, il 14 ottobre, contro il Renon. Una sfida un po’ surreale nella quale la formazione sudtirolese rinuncerà agli stranieri per rendere equa, o apparentemente equa, la sfida. Insomma, un po’ come giocare con le mani legate dietro alla schiena. La stessa Serie B che va a cominciare quest’anno si chiamerà Italian Hockey League, forse per venderla meglio ai pietosi sponsor del mondo hockeistico, ma anche per consentire al vincitore di turno di proclamarsi campione dell’IHL. Vuoi mettere la differenza?
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