Minnie, innamorata del West al Teatro alla Scala

Al Teatro alla Scala mancava dal 1995, diretta dal mai sufficientemente compianto Giuseppe Sinopoli, La Fanciulla del West torna ora sotto la bacchetta di un grande pucciniano, Riccardo Chailly. Che promette di restituirla nella veste musicale originaria, quale Puccini l’aveva esattamente concepita, riaprendo quei piccoli tagli operati da Toscanini sulla partitura e poi rimasti come consuetudine esecutiva. Prosegue così l’ambizioso progetto di allestire, entro il 2022, l’intera produzione operistica del maestro lucchese, scandagliata alla luce dei più recenti studi sulle partiture pucciniane. Lo spettacolo, nuova produzione del Teatro alla Scala, vede il ritorno del regista canadese Robert Carsen. La Fanciulla del West, è un’opera in tre atti musicata da Giacomo Puccini su un libretto che Guelfo Civinini e Carlo Zangarini hanno tratto dal dramma The Girl of the Golden West scritto da David Belasco.
Il musicista assistette ad una rappresentazione del lavoro di Belasco durante un soggiorno a New York, nel 1907; ne rimase favorevolmente colpito e decise di chiedere allo scrittore americano il consenso di metterlo in musica. Ricordiamo che Puccini conosceva bene Belasco, per aver musicato Madama Butterfly. Lo scrittore era una delle figure di spicco della scena americana del primo novecento, abituato a trattare temi come la guerra civile e le lotte di frontiera; temi che, trasportati sulla scena, si orientavano verso il melodramma familiare, con una particolare connotazione di realismo di costume. Con questo nuovo melodramma, Puccini voleva evadere dalle forme e dagli ambienti borghesi cui lo avevano legato i lavori precedenti, desideroso di un rinnovamento, non semplicemente di natura musicale. La caratteristica principale de La Fanciulla del West è la profonda percezione dell’ambiente in cui si svolge la vicenda, oltre allo “sbalzo” che i personaggi acquistano. L’orchestrazione ha un carattere squisitamente personale, che la differenzia da quella di tutte le altre opere: c’è una rispondenza perfetta tra voce e suono, tra la linea melodica e quella dell’orchestra. Si possono notare, è vero, degli innegabili “tributi” a Debussy da un lato e il ricorso ad un insistito uso del Leitmotiv, o motivo ricorrente dall’altro, ma l’originalità della partitura è indubbia. Puccini non offriva al teatro un’opera dal 1904, con la revisione della Madama Butterfly a Brescia. Nel 1908 il lavoro per La Fanciulla del West procede ancora a rilento, causa anche spiacevoli vicende giudiziarie che coinvolgono la famiglia Puccini. Sistematesi queste faccende, il primo atto è completato nel gennaio del 1910, il secondo in aprile e ad agosto il musicista è in grado di terminare l’opera. L’onore di mettere in scena il nuovo lavoro toccherà al teatro Metropolitan di New York, il 10 dicembre 1910, mentre la prima italiana si ebbe al Teatro Costanzi (oggi Teatro dell’Opera) di Roma il 12 giugno 1912. La serata del debutto americano, è entrata nella leggenda: sul podio Arturo Toscanini, Dick Johnson era interpretato da Enrico Caruso, Minnie Emmy Destinn, Rance Pasquale Amato: quarantasette le chiamate in palcoscenico!
La trama. Siamo in California, attorno al 1850, ai tempi della febbre dell’oro. Nel primo atto l’azione si svolge nell’interno di un bar, la Polka, frequentato dai cercatori d’oro, uomini rudi e arditi, attratti dal miraggio della ricchezza, ma anche loro segnati da momenti di grande scoraggiamento. Uno di essi, vinto dalla nostalgia scoppia a singhiozzare e, invocando la madre, si ripropone di rimpatriare: tutti si commuovono e decidono di aiutare l’amico, dandogli il denaro che gli occorre. Serpeggia la preoccupazione, per la presenza di una banda di predoni, capeggiata dal losco Ramerrez, che si aggira nei dintorni. Minnie, la proprietaria dell’osteria, sa essere per tutti loro un’amica, una consolatrice e una preziosa confidente. Rance, lo sceriffo, l’ama teneramente e quando tenta di carpirle un bacio, si ritrova minacciato dalla pistola dell’indipendente donna. Uno straniero arriva improvvisamente fra loro; tutti sospettano che sia il bandito Ramerrez e solo la proprietaria gli concede fiducia. Il giovane si presenta come Dick Johnson (ma in realtà è proprio il bandito Ramerrez), ed è venuto personalmente a studiare il colpo per rapinare l’oro che i cercatori depositano alla cassa del saloon. I due giovani si guardano e subito nasce un affetto profondo; Dick decide di rinunciare alla rapina, ottenendo di rivedere la ragazza nella sua abitazione. Minnie, che continua ad ignorare la vera identità dell’amato e il suo turbolento passato, riceve da Rance e da alcuni minatori la rivelazione del segreto e del tentativo di trafugare l’oro. Indignata e disperata, la giovane, costringe Dick ad abbandonare la sua capanna ma, vedendolo ferito a bruciapelo da un colpo di pistola, lo trasporta all’interno. Minnie stabilisce con lo sceriffo una partita a poker che deciderà le sorti del bandito. La donna, barando, vince. Nell’ultimo atto il bandito è stato tuttavia catturato e sta per essere impiccato: Minnie giunge a tempo, parlando agli uomini inferociti, ricordando tutto quello che ha fatto per loro: i suoi sacrifici, il suo affetto, meritano il perdono che lei chiede per l’amato Dick Johnson. Il perdono è concesso e Minnie si allontana felice con l’uomo che ora nessuno potrà più strappare al suo amore. L’allestimento de La Fanciulla del West firmato da Carsen (oltre alla regia sue sono anche le scene, in collaborazione con Luis Carvalho, e le luci, con Peter Van Praet), costumi di Petra Reinhardt, promette un’ambientazione cinematografica dei vasti panorami americani. Ricchissimo il cast di interpreti, a partire dai protagonisti Eva-Maria Westbroek, Minnie, Claudio Sgura, Jack Rance e Roberto Aronica, Dick Johnson. Al Teatro alla Scala dal 3 al 28 maggio. L’opera sarà trasmessa in collaborazione con la RAI, in diretta radiofonica su Radio3 il 3 maggio, in diretta cinematografica il 10 e in differita su RAI5 il 12 maggio.
Il soprano Eva-Maria Westbroek è costretta a rinunciare a cantare le prime tre recite dell’opera La fanciulla del West previste nei giorni 3, 6 e 10 maggio. Il Teatro alla Scala ringrazia Barbara Haveman, che ha dato la sua disponibilità a interpretare la parte di Minnie nelle tre recite indicate.
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