Miss Mills: la rubrica

“Scrive da cani” ha detto una sera un amico della mamma a cena, parlando di non so chi. E lei, che una ne pensa e cento ne fa, ha subito deciso di improvvisarsi agente e di mettermi al lavoro. Ed, eccomi qui. Assunta da Milano Reporter, con un’esclusiva mondiale, a tenere una rubrica. Il prossimo che dice ‘la prossima vita rinasco cane, mangiano-dormono-giocano’ lo azzanno. Giuro. Gli mordo le caviglie. Alto che pappacaccananna, a casa nostra non si può mai avere un attimo di pace.
Mi chiamo Miss Mills, sono alta 25 cm (al garrese, naturalmente), sono una westina di 8 anni molto graziosa e creativa. Sul profilo della mia pagina facebook (Miss Mills) ho scritto ‘gli altri cani fanno le feste, io le organizzo’, non perché io sia particolarmente intenzionata a fare qualcosa, ma a causa sua: la mamma. Fa la giornalista, ma di fatto non sta ferma un attimo. Lei pensa che io non lo sappia, ma è adottata. L’ho incontrata un giorno in un allevamento, girava con lo sguardo un po’ smarrito. Sorrideva a tutti, accarezzava tutti, ma non si soffermava mai con nessuno. ‘Vorrei un White Highland Terrier’ ha detto ‘femmina’ ha puntualizzato. E a momenti torna a casa con un boxer. Quando il signore che badava a noi le ha mostrato me e le mie sorelline lei ha detto ‘che carine! Ma, scusi, non ci sarebbe nero? Sa, il bianco si sporca subito…’ L’allevatore l’ha guardata e con aria molto diplomatica le ha detto “Signora, il WHITE Highland Terrier è, per l’appunto, bianco”. Lei ha sorriso, e ha risposto ‘già’. Ho capito subito che il biondo era naturale, e che avrei dovuto prendere in mano la situazione. Se l’avessi lasciata fare avrebbe portato a casa quella cretina di mia sorella che non si sarebbe presa cura di lei nel giusto modo. L’ho convinta in tempo zero, mi ha presa in braccio e non mi ha più lasciata.
Viviamo a Milano in un appartamento enorme con un grande terrazzo e un costante viavai di amici. All’inizio c’era solo una tartaruga, Enrico VIII, e un pesce sbiadito, Amuchina, che è passato a miglior vita un paio d’anni fa. A Capodanno abbiamo adottato un maltese abbandonato, che abbiamo chiamato Archie. Pessima idea, ma questa ve la racconto un’altra volta. Poco dopo è arrivato un gatto, Eolo, che condivide l’appartamento con noi. Doveva restare una notte, è andata a finire che ce l’abbiamo in affido. Ma anche questo ve lo racconto un’altra volta. Quando sono arrivata la tartaruga si chiamava Maria Stuarda, ed era femmina. Il secondo giorno è arrivato il veterinario e le ha detto che in realtà Mary Stu era un maschio. La mamma l’ha presa proprio male. Per un po’ non le/gli ha più parlato. Non sapeva come rivolgersi; se uno è maschio ci si rivolge a lui al maschile, diceva. Lui è maschio e dovrà avere un nome da maschio. Pensavo che gli cambiasse anche la casetta e gli prendesse un loft con abbonamento a turtle you porn. È una perfezionista, la mamma. Invece ha fatto di meglio: l’ha ignorato. Poi le è passata, l’anfibio transessuale ha cambiato nome e la pace è tornata. La nostra strana routine inizia al mattino: ci svegliamo (lei prima di me, io dormo sempre almeno un paio d’ore in più) e mentre beve il caffè mi guarda, mi sorride e io capisco che la mia giornata deve iniziare. Nel giro di 30 secondi ha già detto ‘dov’è la palla?’ Vuole giocare subito, lei. Di prima mattina. Essendo poco attenta, non sa mai dove la lascia e chiede a me di andarla a cercare e portargliela, così la può tirare. Non sa fare i lanci e colpisce sempre qualcosa. Ogni tanto spacca anche un oggetto, così può guardarmi e dirmi ‘Missy!’. Missy? Ma cosa c’entro io? Mi ero appena svegliata, ti ho portato la palla per farti giocare così stai buona, tu hai centrato il vaso e la tonta sono io? E le chiamano ‘sesso debole’, le mamme. Se sono tutte così…. Non invidio Enrico VIII. Ci credo che non si muove mai di lì, mica è scemo.
Fatte le debite presentazioni, da oggi in poi, ogni domenica, vi parlerò del mondo dal mio punto di vista. Vi guiderò dove non avete mai pensato di andare, dai negozi agli aerei, dai parrucchieri alle sale riunioni, alle sfilate, agli eventi, ovunque. Vi parlerò anche della vita con un fratello (o pseudo tale), un gatto, un milione di amici e, naturalmente, una bionda. Dopo avermi letta, il mondo non vi sembrerà più lo stesso e io diventerò la vostra Missy preferita, al punto che – come tutti i nostri amici – quando incontrerete un mio simile non direte più ‘un/una westie!’ bensì ‘un/una Missy!’. Benvenuti, lettori di Milano Reporter.
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