Miss Mills: per non sbagliare, meglio essere se stessi

Andare in giro con la mamma quando lavora a volte è di una noia indescrivibile. Parlano per ore della stessa cosa, e alla fine tornano sempre al punto di partenza. Solo che devono fare tremila ragionamenti, prima di arrivarci. Siete noiosi, voi esseri umani, lo sapete?
Comunque, mentre loro parlavano di non so cosa, io guardavo le persone passare. Vicino a noi c’era un posto dove la gente va a prendere l’aperitivo, ma ieri sera sembrava che ci fossero solo ragazze. Chissà dov’erano i maschi. Meglio così, le ragazze sono più facili; da pochi dettagli immagini che tipe sono, i discorsi sono facili da intuire, il linguaggio del corpo sempre lo stesso. Non sapendo da dove partire, mi sono messa a guardare i vestiti. Un gruppetto di amiche alternative, ragazze di una volta vestite da adolescenti, un paio di amiche freddolose, un gruppo di visibilmente single in abiti di una taglia in meno che in mancanza d’altro ci avrebbero provato con camerieri e baristi, un gruppo che non c’entrava niente l’una con l’altra ma erano carinissime. Poi sono arrivate loro: sobrie, molto chic. Abiti semplici ma molto eleganti, gonne sotto il ginocchio, decolleté classiche, cappottini aderenti. Niente bardature, niente stravaganze. Saltavano all’occhio, da tanto erano semplici. Forse perché sembrava che non cercassero niente di particolare, avevano quell’aria serena e sorridente di chi sta proprio bene; una rarità in questo periodo a Milano. Hanno ordinato da bere, si sono avvicinate ad un tavolo, hanno iniziato a chiacchierare. Non si sono sedute, però, si muovevano tra di loro chiacchierando con l’una o con l’altra e cambiando posizione continuamente. Due di loro mi hanno particolarmente colpita, mi hanno ricordato una telefonata della mamma con la zia Valy. Parlavano della loro icona di stile, Rania di Giordania, in visita a Madrid nelle foto con Letizia di Spagna. Rania, Grace Kelly, Audrey Hepburn e Lady Di secondo loro sono regine indiscusse di stile, ma questa volta hanno parlato anche di Letizia. Non ne è uscita benissimo, in effetti, ma fino a ieri sera non capivo perché. Le due ragazze che ho notato erano entrambe vestite in maniera carina ed elegante, molto simile. Solo che una era elegante, impeccabile, impettita, sobria; l’altra era uguale, ma a suo agio.
Era evidente che una delle due si fosse vestita per uscire e che l’altra fosse proprio così, che quello fosse il suo stile naturale. Era anche un po’ meno formale, ad essere oneste. Scanzonata, allegra; l’ho immaginata in tuta e in jeans, non credo sarebbe stata diversa. Semplicemente, era elegante dentro. Probabilmente aveva lo stesso stile anche mentre lavava i piatti, era una caratteristica innata più che una serie di vestiti azzeccati. Ho provato ad immaginare l’altra ragazza nel suo stile naturale, ma non ci sono riuscita. Ci sono persone che inseguono uno stile, un’immagine, con così tanta smania di apparire perfette che poi ci riescono, ma perdono l’anima. Mi sono chiesta come fosse da bambina, perché fosse diventata così. Non sono riuscita ad immaginare cosa l’avesse portata a cercare di essere la fotocopia di qualcuno solo per sembrare qualcosa, o forse per essere proprio come quell’amica che continuava a sorridere e chiacchierare, bere, muoversi con la disinvoltura tipica delle bambine. La mamma le persone così le chiama wannabe, dice che la sua mamma le chiamava parvenue. A me sembrano solo delle persone un po’ tristi.
PS: Ho scoperto dove si erano nascosti tutti i maschi di Milano: c’era la partita. Uomini…
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