Netflix: l’intelligenza artificiale che conosce i tuoi gusti

Netflix è un gigante. Principale fornitore di contenuti in streaming negli Stati Uniti, è ormai presente in quasi 200 paesi al mondo. Ha superato con tecnologie innovative i problemi di banda in ogni mercato locale in cui si è sviluppato e rappresenta un modello nel moderno scenario del web. Forbes lo annovera tra le prime aziende innovative worldwide e il pubblico adora le serie e i film che vengono prodotti e trasmessi.
Da cosa nasce il successo di Netflix? Non ci sono dubbi, dall’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. Ogni nuova serie prodotta è subito un successo perché Netflix ha a disposizione e utilizza milioni di dati dai suoi abbonati. Le motivazioni commerciali sono sempre stati alla base della produzione di nuovi spettacoli ma i grandi studios non hanno mai avuto accesso ai gusti e alle abitudini di visualizzazione di ogni singolo utente/telespettatore. L’analisi dei Big Data rappresenta la chiave del successo. Usando l’intelligenza dei contenuti, Netflix è in grado di creare spettacoli su misura per mercati e target specifici.
Non bisogna tirare a indovinare ciò che la gente vuole. I Big Data già lo sanno. Gli utenti di Netflix statunitensi erano grandi consumatori di film che avevano come attore Kevin Spacey o come regista David Fincher: ecco nascere l’episodio pilota di House of Cards. Narcos è stato rilasciato in concomitanza con lo sviluppo del mercato sudamericano. Daredevil con lo scopo attirare un pubblico più giovane legato a Marvel e ai download pirata.
Queste premesse non sminuiscono il ruolo della produzione di contenuti, della regia e della sceneggiatura. L’analisi dei dati è priva di significato se non è coadiuvata da un lato creativo in grado di fornire un prodotto di livello superiore. Questo prodotto può essere però già in linea con il gusto del consumatore.
Se ancora qualcuno dovesse storcere il naso e affermare di non capire quali dati di tale importanza possono essere in mano a Netflix, ecco una rapida carrellata dei principali:
- Quando si mette in pausa, si torna indietro, si accelera la velocità di riproduzione di un contenuto video
- In quale giorno e in quale ora viene guardato un certo contenuto
- Dove viene guardato (CAP)
- Che dispositivo è utilizzato (mobile, pc, tv, etc.)
- Quali contenuti sono abbandonati e in quale momento
- Cosa è ricercato (circa 3 milioni di ricerche al giorno!)
- Nel futuro verrà analizzato anche il volume, i colori e lo scenario dei frammenti di video da combinare con i parametri precedenti.
Netflix è diventato ormai un modello da seguire. Spotify, nel suo ambito specifico, sta mettendo in campo strategie simili. Ogni settimana confeziona una playlist automatica sorprendentemente in linea con i gusti dell’ascoltatore. L’azienda ha dichiarato di utilizzare degli algoritmi che siano in grado di creare un mixtape come se fosse stato realizzato da un caro amico che conosce bene i nostri gusti.
Se pensiamo alle potenzialità di questa tecnologia e agli ambiti in cui può essere ancora implementata, ci rendiamo conto che siamo solo agli inizi di una rivoluzione.
Liberamente ispirato da “House of Data: How Netflix uses analytics to shape what you watch” su rootdatacenter.com
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