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Home›Sport›Basket›L’ Olimpia rialza la testa e pareggia la serie con una prova di orgoglio

L’ Olimpia rialza la testa e pareggia la serie con una prova di orgoglio

By Redazione
21 Maggio 2019
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Sette minuti da incubo, con un approccio inconcepibile e con il gioco chiaramente in mano agli avversari. Sembrava l’inizio di una serata che avrebbe messo l’Olimpia con le spalle al muro, ma dal 5-18, i biancorossi hanno saputo tarpare le ali all’attacco di Avellino e trovato punti importanti dai propri leader designati Micov e Nunnally. Il Professore ha suonato la carica con 10 punti che hanno annullato il sopra menzionato vantaggio esterno, e lo statunitense ha realizzato canestri importanti in momenti topici. È anche stata importante la capacità dei lunghi di casa di vincere la battaglia a rimbalzo (guarda caso proprio nella partita in cui Pianigiani ha deciso di tenere Omic in panchina per 40’), in modo da togliere ulteriori certezze agli ospiti.

Certo, l’impressione è che il risultato sia figlio più della confusione mentale nella quale Avellino è scivolata nel corso della partita che di reali meriti da parte di Milano. Gli uomini di Maffezzoli hanno iniziato a commettere una quantità impressionante di errori non forzati, tra tiri aperti sbagliati e palle perse banalmente. Più passavano i minuti, più i biancoverdi accumulavano gli errori, più perdevano fiducia in se stessi e apparivano prigionieri di una spirale che li trascinava irrimediabilmente verso il basso.

Anche Milano ha sbagliato tantissimo (11/33 dal campo nel secondo tempo) e ha tenuto in vita un avversario che, dopo quei primi sette giri di orologio, ha viaggiato al ritmo di poco più di un punto al minuto. Difficile pensare che Avellino si demoralizzi così in seguito a un black out offensivo davanti al pubblico di casa, per cui Milano avrà bisogno di una prestazione molto migliore di questa per sbancare il Pala Del Mauro almeno una volta. Avellino, da parte sua, se vuole chiudere la serie deve liberare la propria testa ed evitare di cadere nuovamente nello sconforto al primo passaggio a vuoto.

Quintetto Milano: Micov, Taeczewski, Nunnally, Brooks, Jerrells
Quintetto Avellino: Udanoh, Young, Campogrande, Harper, Sykes

Nessuna novità nei roster rispetto a gara 1, anche perché le scelte sono dettate dagli infortuni, e Forum molto meno affollato rispetto a 48 ore fa: sono queste le premesse di una gara 2 nella quale Milano deve trovare in primis la reattività in difesa, mentre Avellino deve sperare di non pagare troppo lo sforzo della patita precedente. Pianigiani parte con Jerrells e non Cinciarini, ed entrambe le squadre partono a dir poco contratte, con una gestione del pallone molto difficoltosa. È soprattutto difficile anche solo capire quale sia il piano partita milanese, visto che i giocatori in campo si muovono con lentezza e apparentemente senza idee, mentre di Avellino almeno si capisce che vuole giocare il più possibile vicino a canestro, o penetrando, o servendo i lunghi in post. Tutto appare estemporaneo nei possessi biancorossi, mentre dall’altra parte, Sykes fa già ampiamente la differenza con due triple e una penetrazione che favorisce il tap in di Young. Il pubblico di casa prova a mettere in campo un po’ di adrenalina sperando di dare la scossa ai propri giocatori, ma l’effetto è quello di far mettere la terza tripla a Sykes, libero come l’aria. A metà quarto, il parziale è un eloquente 4-11, e, al di là di tutto, è inconcepibile un approccio di questo tipo da parte di una Milano già in svantaggio nella serie. Pianigiani prova a buttare dentro il cuore di capitan Cinciarini, ma i giocatori di casa non sono mai aperti per un tiro, perché evidentemente non sanno cosa fare, né è una cosa di loro interesse. Avellino non fa altro che giocare a pallacanestro e si trova sul 5-18 a 2’ e mezzo dal termine del quarto, con momenti sempre più umilianti per i padroni di casa, come una schiacciata sbagliata da Tarczewski e una stoppata da dietro di Udanoh su Micov che sembra fatta da un adulto nei confronti di un bambino. Il pubblico rumoreggia, canta di tirare fuori gli attributi, e Cinciarini e Micov piazzano un 8-0 che sembra rianimare Milano. Il quarto si chiude sul 13-18.

La difesa milanese morde sul perimetro e Avellino continua a non segnare, mentre dall’altra parte, il Professore è sempre più caldo e frusta la retina con frequenza. Sul 17-20, il serbo ha segnato gli ultimi 10 punti dei suoi, e dall’altra parte, Avellino capisce che deve attaccare il canestro il prima possibile per non essere messa in difficoltà dall’aggressività milanese sui portatori di palla. Sykes e Harper non se lo fanno dire due volte, e sono bravi a guadagnare falli, poi, però, Micov esce ed è, evidentemente Nunnally a dover fare canestro. L’americano risponde con una tripla seguita da un gioco da 4 punti, e Milano è in vantaggio per la prima volta sul 24-22. Avellino è in bambola, il pubblico di casa si fa sentire, ma i giocatori hanno la pessima idea di perdere due palloni di fila lasciando andare l’inerzia che si erano costruiti. Tarczewski e Jerrells piazzano un 5-0, ma Della Valle e Kuzminskas sono gli stessi ectoplasmi di gara 1, così Avellino barcolla ma, per il momento, non affonda. Milano, però, inizia a giganteggiare a rimbalzo offensivo, così il vantaggio interno si fa significativo sul 36-28. Gli ospiti si costruiscono dei buoni tiri, che però non entrano, e i padroni di casa continuano ad aumentare il vantaggio a proprio favore. Si va all’intervallo lungo sul 42-30, con gli ospiti che sbagliano tiri aperti in serie.

Sykes prova a trascinare nuovamente i suoi come ad inizio partita, ma i suoi compagni continuano a sbagliare troppi tiri aperti, così Milano, pur non facendo nulla di trascendentale, mantiene l’ampio vantaggio. Avellino appare sempre più frustrata e inizia anche a perdere diversi palloni, e la verità è che, dopo i 18 punti segnati nei primi 7’, i biancoverdi ne hanno realizzati 16 nei successivi 17’, quasi sempre per colpa di errori non forzati dalla difesa avversaria. Gli uomini di Maffezzoli appaiono sempre più imprigionati in una spirale che li trascina verso il basso, senza possibilità di uscita, e Milano commette l’errore di non approfittarne e di segnare solo 2 punti in più degli avversari nei primi 5’ del quarto. Alla lunga, però, i padroni di casa non possono non approfittare dei 6 punti avellinesi in 7’ e mezzo di gioco, e arrivano fino al 52-36. Brooks si fa dare un tecnico proprio in un momento di totale controllo della partita per la sua squadra, ma Avellino ha perso completamente la trebisonda ormai, e si vede da come i giocatori si passano male la palla, o da come la stessa esce male dalle loro mani quando tirano, o da molte letture completamente illogiche, che la squadra è dominata da una confusione mentale che appare irrimediabile. Il quarto termina sul 58-44, e Milano avrebbe dovuto avere almeno 6-8 punti in più di vantaggio per come hanno giocato gli avversari.

Il precario stato psicologico degli ospiti è perfettamente esemplificato dall’inizio dell’ultimo quarto: rimessa per Avellino che non riesce nemmeno a batterla e tecnico a Udanoh. Milano, però, insiste nel non seppellire la partita, così, all’improvviso, arriva uno 0-7 che rimette tutto in discussione. Jerrells e Kuzminskas provano a dare un minimo di tranquillità ai suoi con una tripla a testa, e un secondo centro dall’arco del lituano riporta Milano sul +15 (68-53) a poco più di 6’ dalla fine. Da qui in poi non succede nulla di rilevante: Avellino è ormai spenta, e Milano non infierisce. La partita termina sul punteggio di

AX ARMANI EXCHANGE MILANO – SIDIGAS AVELLINO

TABELLINO MILANO: Della Valle 4, Micov 12, Musumeci ne, Fontecchio, Tarczewski 8, Kuzminskas 6, Cinciarini 2, Nunnally 19, Burns 2, Brooks 5, Jerrells 18, Omic ne

TABELLINO AVELLINO: Udanoh 8, Young 9, Guariglia ne, Filloy, Campani, Silins 6, Campogrande 2, Harper 13, D’Ercole, Sykes 23, Spizzichini, Ndiaye

PARZIALI: 13-18, 29-12, 16-14, 18-17

PROGRESSIVI: 13-18, 42-30, 58-44, 76-61

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